Il giardino di Villa Bertelli di Forte dei Marmi ha ospitato l’edizione 2023 di Vinovip, l’appuntamento annuale di Civiltà del Bere dedicato alla cultura vitivinicola ed alle novità enologiche dell’anno. Durante il talk della domenica pomeriggio, il direttore Alessandro Torcoli ha illustrato gli esiti della prima inchiesta giornalistica indipendente, realizzata da Civiltà del Bere, sulle fiere internazionali di settore.
L’indagine ha dimostrato che le aziende vitivinicole hanno accolto con favore le nuove strategie, adottate dagli enti fieristici, di facilitare la più ampia partecipazione a tali eventi, innanzitutto grazie ad un calendario condiviso più ragionevole, che evita la sovrapposizione o l’eccessiva vicinanza degli eventi tra loro, ma anche grazie ad una comunicazione più efficace delle iniziative “satellite” degli eventi stessi. Unica pecca rimangono, a detta dei produttori, gli elevati costi di marketing e partecipazione.
E’ poi stato consegnato al Professor Attilio Scienza, presidente del Comitato Nazionale Vino Dop e Igp, il premio Pino Khail 2023, per l’infaticabile impegno nella diffusione e promozione della cultura vitivinicola nel mondo. Il dibattito è proseguito con un focus sul futuro delle Doc. Esperti del settore e produttori si sono alternati in un confronto animato, dal quale è emersa l’importanza del “sistema denominazioni”, ma anche le criticità di metodi e disciplinari, intorno ai quali soffia un vento di inevitabile cambiamento, anche alla luce delle recenti indagini su cloni e genotipi. La serata si è conclusa con la cena in spiaggia, accompagnata dai vini protagonisti del Grand Tasting del giorno seguente: piedi nudi nella sabbia e bianchi ghiacciati nel calice hanno favorito un clima di fluida convivialità, che il tramonto versiliano ha trasformato, col passare dei minuti, in diffuso romanticismo. Mi hanno fatto sorridere le facce dei giovani milanesi e i loro occhi pieni di meraviglia, mentre ammirano la luce incandescente del sole che va a nascondersi dietro le Cinque Terre. A una di loro, che mi ha chiesto “Ma qui è sempre così?” ho risposto “No, a fine luglio è meglio”. Credo di averla scioccata.
A fine serata, un collega mi ha detto: in altre parti del mondo è solo acqua, qui è il mare nero di Lucio Battisti. Come dargli torto.
La mattina seguente è stata la volta del Vermentino Show, con oltre 60 etichette per 28 aziende di Toscana, Liguria, Puglia, Sicilia e Sardegna. Quelli che mi hanno stupito di più:
Monteverro Toscana IGT 2022, Vermentino 100%. Bellezza da poeta maledetto, spietato nel sedurre naso e bocca. L’impatto olfattivo di ananas e melone bianco si confonde con le impronte floreali di biancospino e fresia per finire su un delicato orlo di salgemma.
Cà du Ferrà Bonazolae Colline di Levanto Doc 2023, Vermentino 65% Albarola 30% Bosco 5%. Il paglierino delicato apre a sentori di sorbetto al limone e basilico, pesca bianca, sfalcio fresco e sale rosa. Al palato rinfranca dalla calura, è più fresco che sapido, eppure rimane equilibrato.
Cà du Ferrà Luccicante Colline di Levanto Doc 2022, Vermentino 100%. L’olfatto di garrigue, mela golden e pietra pomice anticipa le note floreali di ginestra e margherita. Ingresso elegante con ritorni fruttati di mango e vegetali di lemongrass. Sorso rinfrescante e saporito al profumo di curry.
Tenute Gregu Selenu Vermentino di Gallura Superiore DOCG 2021, Vermentino 100%: naso stuzzicante di pompelmo, acacia, timo limonato, malva e pepe bianco. In bocca le note agrumate si espandono sulla scia sapida con gustoso ritorno di ostrica. Discreta persistenza.
Su’entu Su’imari Vermentino di Sardegna Doc 2022, Vermentino 100%: bergamotto, zagara, scorza di limone candito e ginger, lentisco e sbuffi di salmastro. Al gusto sento un’accentuata freschezza di kiwi, accompagnata dalla vena lievemente balsamica del vetiver. Fondo lingua di lattughino salato.
A partire dalle ore 18 è stata la volta del Grand Tasting di VinoVip, durante il quale ai banchi d’assaggio è stato possibile degustare grandi eccellenze del panorama vinicolo italiano.
Pio Cesare Barbaresco Bricco di Treiso DOCG 2019, Nebbiolo 100%: Aristocratico. Il granato vivo sa di mora di gelso, sottobosco secco, rabarbaro, felce e pepe. In bocca la trama tannica filtra l’alcol e lascia sulla lingua le impronte di frutta e spezie, di susina rossa matura e noce moscata.
La Cappuccina Arzimo Recioto di Soave DOCG 2018 bio, Garganega 100%: L’ambrato lucente porta ricordi di albicocca, fiore del tiglio, malaga, tintura di iodio, forse addirittura trementina. Bocca di buontalenti, cannella, caramello salato e mandorla tostata. Chiusura fresca e sapida, di notevole durata.
Castello del Terriccio Lupicaia Toscana IGT 2017, Syrah 85%, Petit Verdot 15%: Viola mammola, lavanda, liquirizia e menta. Esplosione di frutta scura matura, amarena e prugna Stanley. Il sorso è ricco, eppure il volume è sottilissimo, non ingombrante. Tannino setoso. Nel finale lungo e saporito avverto una punta di angostura, ma anche alloro.
Monteverro Toscana Rosso IGT 2019, Cab. Sauv. 45%, Cab Franc 40%, Merlot 10%, Petit Verdot 5%: rosso rubino impenetrabile, svela profumi di arancia rossa, corbezzolo, composta di visciole, pot-pourri di fiori scuri, cioccolato e grafite. Sorso caldo e rigoroso, nel quale il succo di melograno si alterna al Mon Cheri. Foglia del mirto, chiodi di garofano; tannino preciso, quasi chirurgico nel definire bordi e superficie.
Tenuta San Guido Bolgheri Sassicaia DOC 2020, Cab. Sauv., Cab. Franc: iris, legno di cedro, ciliegia marasca e mora, su sfondo speziato di macis e cardamomo. Ingresso in bocca elegante, con impatto di lampone, fragola, ginepro e caffè. Tannini perfettamente fusi nell’alcol, epilogo interminabile dal gradevole ritorno balsamico di pineta fronte-mare e cenni di inchiostro di china.
Mastroberardino Radici Fiano di Avellino DOCG 2022, Fiano 100%: ha il colore dei petali del girasole. E’ intenso e complesso al naso, con profumi di fiore del tarassaco, camomilla e calendula. Poi arriva la pesca nettarina e il frutto della passione, lo zafferano e la salvia per finire su un letto di ciottoli bagnati. Palato intrigante nel quale la frutta esotica gioca a nascondino con le erbe aromatiche fresche e la conchiglia.
I commenti sono chiusi