Domanda semplice semplice: come fare a gestire gli studenti che vengono alla scuola alberghiera, motivati dalla passione per il lavoro, mescolati in mezzo a quelli che hanno voglia solo di passare qualche anno a bighellonare, o strappare un diploma per fare tutt’altro? La riforma del 1992 ha creato degli istituti “monchi”: non riescono a professionalizzare completamente le persone ma non riescono nemmeno a fornire un livello di cultura generale accettabile. Questo lascia spazio ovviamente ad iniziative private, onerose per gli studenti ma finanziate dalo Stato, mentre le scuole alberghiere, che rimangono istituti costosi, hanno continuamente tagli che impediscono di svolgere attività pratiche accettabili. O meglio, dipende dal dirigente: se è in gamba e in grado di dialogare con addetti ai lavori esterni ed interni alla scuola, riesce a creare situazioni accettabili se non addirittura molto positive. Ovviamente, siamo all’iniziativa personale, mancando un progetto globale. E se riformassimo completamente la scuola? Meno ragazzi, più motivati, senza l’idea di uno studio facile, che poco forma e poco impegna…
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