Ci sono degli slogan che rimangono inchiodati alla mente senza che malgrado gli sforzi uno non riesce a dimenticarli: quando nel 1975 la Sanpellegrino cambiò nome al suo classico analcolico, coniò un refrain che, dopo quarant’anni viene ancora citato nelle conversazioni dei cinquantenni. La nascita di uno degli analcolici che vanta innumerevoli tentativi di imitazione risale ai favolosi anni ’60, quando l’Italia si scoprì ricca, desiderosa di stare bene in ogni ambito della vita e questo tipo di bevanda cominciò a diffondersi gradualmente per poi imporsi, nell’immagine di chi voleva bere moderno senza dover per forza assumere alcol. Il colore rosso era l’elemento caratterizzante ma dopo l’abolizione dei coloranti artificiali, prima di riassumere la sua tonalità classica utilizzando stavolta coloranti naturali, riuscì, grazie al nome che rimaneva in testa a tutti, ad affermarsi anche nella colorazione trasparente. Il Sanbittèr era l’aperitivo che consumava il giovane prima di arrivare ad assaggiare i cocktail alcolici, la bevanda femminile che non fosse il solito succo di frutta, la consolazione degli anziani ai quali era stato limitato il vino. Oggi un salto ulteriore, l’ingresso in cucina: la categoria subito coinvolta è quella dei foodblogger che si inventano ricette da abbinare all’aperitivo, ma non mancano chef che ci fanno una riduzione dal gusto amarognolo che magari si sposa bene con pesce o carni bianche. Lo sfruttamento del marchio si è fatto oramai intenso, alla versione originale si aggiungono quella Gold (che occhieggia un po’ ad un concorrente…), quella dry e quelle alla frutta, dove cambia anche la bottiglia..Gli amanti del classico però disdegnano queste forzature. rimanendo ancorati alla tradizione..in effetti c’est plus facile da ricordare Credits inkiostrando.blogspot.com

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