Non sto a tediarvi con la ricostruzione della storia: la ritrovate qui da Massimo Bernardi e da Franco Ziliani. Da parte mia, una semplice constatazione: di come la distinzione tra destra e sinistra sia solamente un retaggio del passato. Il commento è semplice: Petrini ad Alemanno non contesta NIENTE. Ha guardato sventolare bandiere con croci celtiche, il saluto fascista in piazza ed è rimasto completamente indifferente. Il passato fascista del neo-sindaco, un’idea della società forse agli antipodi della sua, la violenza come forma di sopraffazione sono elementi che ci possono stare. Un ulteriore conferma di come gli estremi si attraggono, di come estrema sinistra ed estrema destra siano in realtà molto più vicine di quello che si pensi. Basta vedere come gli ex terroristi di ogni colore tendono a giustificarsi l’uno con l’altro. Petrini rinnega volentieri la sua storia, ma è in compagnia di tanti ex-sessantottini che hanno fatto il suo stesso percorso:l’importante, ovviamente, è portare a casa il risultato, quindi i soldi per iniziative riservate a ricchi per educare i poveri. Poi Slow Food marcia da sola con le proprie gambe, è vero, ma in venti anni ne sono cambiate di cose…
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