L’inventore del cocktail Bellini non poteva certo immaginare che la sua creazione subisse un affronto di tale portata. Un cocktail profumato, nel quale la pesca frullata liberava i suoi aromi a contatto con le spumeggianti bollicine, trasformato in una sorta di medicinale dal sapore metallico e dal colore indefinito. Il lento rituale della scelta delle pesche bianche, carnose, morbide al punto giusto, pelate con amore sostituito dal gesto meccanico di mettere la bottiglia in congelatore per accellerare tempi di raffreddamento. Per convincere l’ignaro consumatore all’acquisto, a tali preparati sono stati assegnati nomi accattivanti, femminili, per suscitare istinti di seduzione modello “fast-food’ attraverso il vino. Dopo un’ascesa che ha portato ad inevitabili peggioramenti, nei quali la pesca è stata di volta in volta sostituita da fragola, lamponi ed albicocche, si è arrivati ad un brusco declino, che ha portato al graduale ridimensionamento di tale nefasto fenomeno. E’ in atto uno studio sulle possibilità di reimpiego delle enormi quantità di invenduto: fra le ipotesi più probabili, il lancio di una nuova linea di bagnoschiuma ad alta gradazione!
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