Parenti poveri del più rinomato tonno, hanno rappresentato il cibo settimanale della classe lavoratrice, costretta ad osservare il venerdì di magro, non avendo denaro a sufficienza per cibarsi di pesci più appetitosi. All’aprire della scatoletta, congegnata in maniera tale che anche la persona più avveduta riesca ad ungersi completamente le mani, la zaffata micidiale dell’aroma intenso emanato dai simpatici pescetti, fa barcollare anche i più duri di stomaco. Il masochista perfetto non cerca neppure di ingentilirne il gusto con erbe aromatiche, spezie o verdure miste ma, preso da una irrefrenabile senso di autodistruzione, li afferra direttamente con le mani, tuffando successivamente il pane nel pallido olio di semi che li conserva, a completare il fiero pasto. I perfezionisti evitano accuratamente di togliere la pelle che li ricopre, inghiottendo l’amaro calice fino in fondo, in una sorta di catarsi purificatrice, che serva ad espiare il più immondo dei peccati. Usati nei campi di addestramento dei marines, costituiscono la prova finale del corso di sopravvivenza, quando vengono propinati agli sventurati allievi nel mese di agosto, dopo un soggiorno al sole delle scatolette, consegnate senza l’apposita chiave di apertura, con il divieto assoluto di bere qualunque liquido nelle successive 12 ore. Anche i kamikaze di ogni paese, capita l’antifona, hanno sfruttato il contenuto di tale scatolette per prepararsi all’azione., Ancora migliore è la versione con piselli, stufati assieme affinchè si impregnino completamente del gradevole profumo, versione utilizzata però solo dagli appartenenti alle brigate d’assalto!
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