Il locale esiste da qualche anno ed aprì con le miglior intenzioni: valorizzare il cosiddetto pesce povero, quello meno conosciuto ed apprezzato, proponendo pietanze saporite a prezzi abbordabili. Se oggi si apre il menu, si nota nella lista, scampi, gamberoni, orate, branzini…chiaro che la filosofia è cambiata nel corso del tempo… Due salette ed un giardino interno dove mangiare in estate, la zona è quella del Campo di Marte, vicina allo stadio, quindi facile da trovare anche il parcheggio. Ambiente poco formale, ma anche poco curato. Cameriere gentile e simpatico, porta subito il menu, si scorda della carta dei vini bianchi e propone solo quella dei rossi..ricarichi alti. Nel menu c’è anche la proposta delle cee alla pisana, saltate al burro e salvia…una volta erano vietati, venivano consigliati sottobanco, sarà cambiata la legge..Il sautè di vongole e cozze n partenza è corretto, da dimenticare i gamberoni al carbone: per 20 euro ne sono stati serviti tre, ancora sporchi all’interno, bruciati all’esterno, dal sapore inesistente. La tagliata di tonno al sesamo aveva il sesamo dimenticato, fredda all’interno e le verdure grigliate di entrambi i piatti sulle quali stendere un velo pietoso..peccato, una volta il locale non era così. Il servizio è rimasto cortese e gentile fino in fondo, alla rimostranza sui gamberi sono stati tolti 4 euro dal conto ed è stata offerta una grappa. Pranzo completo sui 50 euro escluse bevande. Vengono organizzate molte serate insieme a produttori di vino
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