Oggi che con le nuove disposizioni da coronavirus sono scomparse le zuccheriere nei bar e nei ristoranti, in molti lamentano lo spreco che ci sarà di zucchero e la minor bellezza di un servizio nel quale bustine di carta sostituiscono oggetti in argento o acciaio. Ma sono ragioni d’igiene essenziali alle quali è impossibile sottrarsi.
Se i ricordi vanno anche nel lontano passato, il cucchiaino nella zuccheriera che, gentilmente, porgeva la nonna, la zia o qualunque amico, insieme alla tazzina da caffè, da quanto tempo sarà stato infilato nell’apposito contenitore? La domanda sorge spontanea se si considera come la casa sia l’ambiente nel quale è più facile prendersi intossicazioni alimentari, a causa della cattiva conservazione dei cibi, o della dimenticanza di quelli scaduti. La mente corre fervida e pensa che, lo stesso cucchiaino possa essere stato utilizzato anche per gustare da parte di un goloso con voluttà una parte del “bianco veleno” mentre veniva riempito il contenitore, oppure ripulito ed asciugato con un semplice panno senza sottoporlo all’azione di acqua e detersivo. Sono solo fantasie?
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