A scuola, durante la lezione, un’alunna mi racconta che il cibo preferito con suo padre è quello di mangiare la pasta condita con wurstel e panna; altri alunni presenti confermano che l’hanno assaggiata e la trovano addirittura eccellente. Inorridisco e mi strappo le vesti, ma poi, girando sul web, scopro che esistono innumerevoli versioni di tale pietanza. Dopo essermi ripreso da tale scoperta, comincio a riflettere come possa piacere una tale accozzaglia. Partiamo dai wurstel, un prodotto che trova la sua giusta dimensione se accompagnato da salse dal sapore forte o se viene grigliato. è tendenzialmente stucchevole se non trova contrasto, quindi, ahimé, lo vedo in padella con olio e poi? Magari aglio, peperoncino, o cosa? Spero non ci sia il burro a fare da esaltatore di sapidità! Poi l’entrata della panna: sarà mitigata da un goccio di vino bianco? Oppure no? E che tipo di panna, quella meno grassa da cucina, o quella da montare? Mi immagino una salsa colante grasso che si adagia su spaghetti che tendono a fuggire, su penne che ne rimangono invischiate, da eleganti farfalline che si trovano disonorate da tale orrido connubio. Se poi il tutto viene completato da una grattata di simil parmigiano, sarebbe completata la creazione di uno dei miscugli più tragici!Anzi no, se ci condite i tortellini sarebbe veramente la morte peggiore della pasta ripiena!

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