La vigilia del Vinitaly si fa sempre più vicina, si ode nell’aria quella tensione frizzantina che fa da preludio a 4 giorni di assoluto caos creativo e degustativo. C’è chi si lamenta tra i miei colleghi, lo ammetto, chi sdegnosamente rimane a casa: io adoro immergermi in una kermesse che porta con se’ cene impossibili, pranzi agli stand, notti quasi insonni, insomma un melting pot di esperienze alle quali sopravvivere può diventare un’impresa ardua. In tutto questo si inserisce uno dei lavori più ingrati, quello del PR o anche quello dell’ufficio stampa. Da oramai 15 giorni le caselle di posta dei vari giornalisti di settore sono intasate di comunicati stampa riguardanti conferenze stampa, inviti a degustazioni, presentazioni di libri e guide, eventi stimolanti in fiera ma anche fuori. Che dire, non li invidio: si perché, bene che vada leggo il titolo, poi mi affretto a liberare la casella di posta che raggiunge facilmente il troppo pieno. Sicuramente il corso tenuto da me e il Nero, organizzato dalla Brogi&Pittalis, sulle nuove forme di comunicazione avrà, in futuro, nuovi adepti: è una necessità considerando l’inutilità di tanti invii se non sono seguiti da telefonate, incontri, spiegazioni, che permettano di focalizzare l’attenzione di un settore altrimenti intasato di notizie, alcune anche del tutto futili. Che dire di quell’azienda che ti scrive che è “..con immenso piacere e comunichiamo la posizione del nostro stand..” nemmeno fosse la nascita di un figlio! O di quella che ti manda foto ed etichette completamente sfuocate e inguardabili…insomma, non vorrei essere in loro…i PR dico…

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