Certi argomenti tornano in maniera ciclica, ma mai come oggi si sta parlando, con frequenza, di cucina vegetariana e vegana. Probabilmente i tempi sono maturi per capire come, una scelta di questo tipo, non sia da catalogare fra le estrosità di pochi personaggi fuori dal comune ma possa diventare una scelta di vita consapevole. L’ultima arriva dai cartoni animati, come c’è scritto in questo curioso articolo di Grazia Ugolini su Repubblica, dove si fa notare come sempre di più i personaggi dei cartoni siano animali che tentano di sfuggire alla loro sorte, dai maialini che non vogliono diventare salsicce, ai tacchini che non vogliono essere i protagonisti, a tavola, del giorno del Ringraziamento negli States, passando per i conigli che vogliono fare una fine meno miseranda di quella del tegame. Certo, poi per Natale uscirà anche “Piovono polpette 2”, quindi gli amanti della carne sono al sicuro ma resta il fatto che l’alimentazione senza cadaveri (espressione forte utilizzata dai vegani più estremi) è al centro dell’attenzione. Il merito va agli chef più famosi che hanno cominciato a fare ricette gustose e interessanti, alle mille potenzialità inespresse che sono racchiuse nei prodotti che, troppo spesso, sono lavorati secondo schemi tradizionali. Mi viene in mente un prodotto di stagione come il carciofo: bollito fa un po’ tristezza, trifolato prende già più vigore, grigliato costituisce una novità golosa. Stesso ragionamento si potrebbe applicare sui finocchi e tante altre verdure spesso lavorate senza amore. A parte le disquisizioni di tipo gastronomico, trovo comunque salutare che si mette in discussione un’alimentazione, anche per i ragazzi, troppo legata alle proteine animali. Non diventerò mai vegetariano o vegano per scelta, a meno che non sia obbligato per motivi medici, continuerò a mangiare sicuramente bistecca, agnello, piccioni e frattaglie: di sicuro, però, lo farò sempre senza esagerare, con la consapevolezza che la parola d’ordine da adottare nell’alimentazione sarà quella di equilibrio
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