Agli esami di stato di quest’anno mi sono già assaggiato il “Carneplastico” e poi la “Polibibita” mentre Morgan, durante “Chef per un giorno” mi aveva deliziato(si fa per dire) con il pollo arrosto accompagnato da zabaione all’alchermes e palline di zucchero argentate. Dire che ho goduto nel mangiare queste cose è francamente parola forte, ma mi ha divertito il pensare che, un secolo fa, concepirono la cucina come parte di un movimento artistico-letterario. Sembrano termini desueti, oggi mi ricordo solo della Transavanguardia di Achille Bonito Oliva come movimento artistico recente..la domanda sorge spointanea: nel fare oggi un nuovo manifesto della cucina futurista, cosa potremmo scrivere?

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