Non si sentiva molto bene Poirot, quella sera. Già la pioggia lo metteva di malumore, poi c’era il fatto di essere dovuto ritornare in Belgio, il che lo aveva reso triste come aveva previsto, prima di partire da Londra. Seduto ad un tavolo de “La Maison des Chapeliers”, vicino alla Grand Place di Bruxelles, rigirava fra le mani la lettera recapitata qualche ora prima in albergo. Era Miss Marple che gli scriveva, la vecchietta terribile con la quale aveva condiviso alcune indagini, svolte nell’odiosa campagna inglese. Troppa umidità, troppa pioggia, pochi comforts per indagare su casi non molto interessanti, dove le celluline grigie del suo cervello non avevano fatto in tempo a muoversi che già l’assassino era stato consegnato alla giustizia. Non riusciva a capire perchè Miss Marple lo avesse fatto smuovere da Londra per incontrarlo proprio nelle sua Bruxelles: nemmeno che il Lancashire fosse più vicino a Ostenda che a Dover! Comunque ne aveva approfitato per poter fare la classica scorta di cioccolato in anticipo, rispetto alla scadenza canonica della Pasqua. Continuò la lettura in maniera faticosa: aveva scordato gli occhiali sul tavolino di quel caffè dove si era fermato a sorseggiare una tazza di cioccolata calda. La vecchietta richiedeva la sua presenza con la massima urgenza in merito ad una questione che riteneva di interesse internazionale: un non meglio precisato traffico di segreti industriali, riguardante la preparazione di una sostanza indefinita. Il Belgio rappresentava il paese nel quale si trovava la centrale dell’organizzazione criminale, che operava però in tutto il Regno Unito. Hercule Poirot cominciò a lisciarsi i baffi in maniera ritmica, scandendo il gesto con dei mugolii poco edificanti, forse, ma che lasciavano tradire una sua forte inquietudine. Passava poi la mano destra nei capelli, lisciandoseli con cura, come gli capitava tutte le volte che era costretto ad aspettare. Era in anticipo, di ben mezz’ora, ma arrivare in anticipo era una sua costante, un vezzo adottato per lasciarsi il tempo di impadronirsi meglio del nuovo ambiente e trovarsi maggiormente a suo agio. Era stato tentato di mangiare, ma poi aveva deciso di aspettare Miss Marple.. Non era il locale dove poter ordinare una cioccolata, che avrebbe consumato ben volentieri: aveva sedie e tavoli in legno, un po’ malmessi. Anche il pavimento era composto da travi spesse e la luce calda del camino creava zone d’ombra poco rassicuranti..(continua)

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