Si può non essere mai entrati in un locale che esiste a Firenze da più di vent’anni? Capita anche a chi, come il sottoscritto, lavora in mezzo a ristoranti e luoghi del cibo. Mi incuriosiva il fatto che si proponesse cucina sarda e scopro poi che le gestioni passano ma i sardi restano: gli attuali titolari ci sono infatti da cinque anni ed hanno lasciato inalterata la proposta, che si basa su specialità sarde e vini dell’isola. L’ambiente è particolare, una sala che si sviluppa ad angolo con il bancone bar al centro ed un’altra saletta utilizzata per cene di piccoli gruppi:il plus è rappresentato dal giardino, piuttosto grande, che in estate è un’ottima opportunità per chi rimane in città e vuole mangiare la fresco. Si apparecchia con tovagliette di carta a pranzo, ma appoggiate su tovaglie “vere”: ‘inizio è con crostini di aringa e mele verdi, ben calibrati, buona anche la bottarga di muggine su letto di carciofi. Gustosi e saporiti gli spaghetti con polpo stufato, meno riuscito l’inzimino di seppie, poco legato. SI possono provare però anche il porcellino su ordinazione, altrimenti la fregula con vongole , i culunzones, ravioli di ricotta e pecorino, conditi con il pomodoro, le seadas. Carta dei vini limitata a pochi prodotti sardi, servizio molto cortese ed attento. Tre piatti escluso vini sui 30 euro.

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