Qui c’era una trattoria popolare, tanti anni fa, in questa traversa di via Masaccio, ancora oggi ricca di botteghe, ma poi, nel 1986, fu rilevata da una coppia giovane ed entusiasta, che la trasformò in una sorta di bistrot: bancone sulla sinistra, tavoli molto vicini l’uno all’altro, sedie modello Vienna, che per l’epoca rappresentavano una novità(ma ci sono ancora!) ed una cucina fuori dai soliti schemi. Da autodidatti, talvolta, i piatti erano anche arditi e un po’ strani, di certo non si andava per mangiare le solite cose e quindi anche gli esperimenti incuriosivano. La proprietà è cambiata, ed i piatti guardano molto oggi al mondo ittico, anche se non mancano alcune specialità di carne: non cercate intimità che l’avrete solo se accettate di sedervi al tavolo vicino all’ingresso, addossati al frigorifero delle bevande, con le persone che scorrono al vostro fianco: meglio scegliere il dehors, almeno fino a che regge la bella stagione, altrimenti nella saletta interna. L’insalata di mare iniziale risulta anonima, spaghetti alle vongole saporiti ma con la pasta che non tiene la cottura, fritto di calamari e gamberi corretto. Scelta dei vini quasi inesistente, ci si alza per vedere le etichette disponibili in frigo o sistemate dietro il banco. Servizio molto familiare e caldo. Tre portate escluso vini sui 35 euro
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