Quasi cent’anni, per un locale, sono un traguardo importante da raggiungere, ma in questa trattoria sembra proprio che il tempo non sia passato: grande successo di pubblico, piatti che alternano tradizione e qualche novità misurata sull’onda della stagionalità degli alimenti, è il classico posto dove si viene fiduciosi bel sapere cosa ci aspetta. La coppia di titolari, unita nel lavoro e nella vita, lo ha rilevato 4 anni fa, ed ha ricreato l’ambientazione originaria: un ritrovo aperto a tutti, come una volta succedeva con i pittori ed altri artisti che gravitavano sul luogo. L’ambiente è diviso in tre salette, una che funziona come giardino d’inverno(peccato le sedie modello bistrot:-((), una d’ingresso con il bancone sulla sinistra ed una con un affresco che ha il fascino del kitsch. Il menu si basa essenzialmente su piatti toscani, con qualche attenzione sul pesce. Buone, per iniziare, le bruschette con alici marinate, molto profumate. Gradevoli i ravioli con asparagi, con la salsa un po’ troppo liquida. Corretti i tagliolini con lo scorfano, ma senza aromi che riescano ad esaltare il pesce Perfetto il pollo fritto con i fiori di zucca, asciutto e croccante. Si termina con i classici dolci da trattoria, zuppa inglese e cantucci fra tutti. La carta dei vini c’è ma è più che altro un promemoria, molti vini li consiglia il proprietario. Servizio affabile. 30 euro escluso vini

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