Certo,di anni ne sono passati ma niente è cambiato riguardo alla gestione dei bagni nei ristoranti: magari sono meno terribili di come li descrivevo qui , ma certo che l’abitudine di non mettere la chiave permane. E partendo da quest’ultima constatazione , mi chiedo il sottile sadismo che genera tale scelta, l’obbligo di costringere il cliente a contorsionismi vari per tenere chiusa la porta, il rinverdire l’abitudine di andare in bagno in due,soprattutto se si tratta di donne. Ma se la paura è quella che riguarda la chiave che si rompe nella toppa(ho sentito anche questa come scusa) non si può trovare una soluzione meno cruenta? E già che ci siamo sarei per l’abolizione totale degli orinatoi, che anche quando sono disegnati da architetti alla moda, riescono ad essere un luogo anticonviviale per eccellenza: o sei in compagnia di amici che hanno voglia di divertirsi, altrimenti il dialogo possibile è solo con se stessi, guardando il muro o rimirando l’arnese che uno si trova tra le mani. E passi se ne esiste uno, quando ce ne sono tre attaccati, la scena che si crea diventa da film, con gli occhi che non sanno dove posarsi, onde evitare uno sguardo sbagliato. Trent’anni fa, il café Costes a Parigi, introdusse il pagamento delle toilette, disegnate da Philippe Starck, che ha poi rimesso mano al locale nel 2010: tutti in bagno a visitarle, e non bastava consumare un caffè al banco, si doveva spendere qualcosa in più. In ogni caso, la situazione media dei bagni italiani è migliore di quanto capita di vedere in Inghilterra o Francia: già il fatto che ci sia il cartello che ricordi agli addetti ai lavori di lavarsi le mani dopo averne usufruito, vi fa capire come la situazione igienico sanitaria tra Italia e altri Paesi sia così diversa. Esistono così locali senza spogliatoi e bagni del eprsonale, tanto per far capire come funziona il mondo: questo non giustifca ovviamente mancanza di igiene e attenzione. Certo, quella bendetta chiave…sarà perfidia?
I commenti sono chiusi