“Avere belle idee è inutile se non trovi il modo di realizzarle”

Certo un po’ incuriosisce che venga scelta proprio Firenze quale città d’esordio per un format che parla napoletano a squarciagola, per la cucina, le pizze e la pasticceria proposta, ed anche per un arredamento un po’ “carico”, più barocco che rinascimentale dovendo parlare di Firenze. Sarà per le origini partenopee del sindaco Dario Nardella? Ma è pur vero che il capoluogo toscano è diventato terra d’elezione per la pizza napoletana, per il gran numero di pizzaioli che si sono riusciti ad esprimere ed hanno fatto della città gigliata un punto di riferimento per tutti coloro che, senza poter scendere a Napoli, vogliono provare l’emozione della “vera pizza”.

arancinoL’idea è di Luciano Cimmino,  patron del gruppo Yamamay e Carpisa, che la realizza affidandosi a fior di consulenti come Gennaro Esposito per la cucina, Francesco Martucci per la pizza e Carmine di Donna per la pasticceria. Mi viene spontaneo farmi una domanda: cosa lega l’intimo femminile al cibo e vino? Prima Calzedonia, poi Yamamay, chi sarà il prossimo? A parte le battute, si parla di investimenti rilevanti, 3 milioni per il locfale di Firenze, un progetto che vede le basi gettate nel 2014, poi lo stop causa Covid, oggi finalmente la partenza ufficiale.

Piazza della Repubblica, anzi via Brunelleschi, nei locali che hanno ospitato una banca, davvero grandi e dislocati in maniera non facile da gestire. Più livelli dove far sedere le persone, compreso l’esterno, poi tanti sporti da dove le persone possono entrare per il bar caffetteria, il cocktail bar, il ristorante pizzeria. Fino a 270 coperti, non certo uno scherzo, considerando che la qualità vuole essere alta, non locale da battaglia, solo folclore e posa sostanza, tutto il contrario e trovare oggi personale motivato, in gamba e capace in così grande quantità costituisce l’IMPRESA.

crocchèCoperto 2 Euro

Varietà di salumi e formaggi campani (9-11 euro) e mozzarella (5-6 euro) volendo, per iniziare, ma sono i fritti (3-7 euro)che attirano: crocchè, frittatina, arancino, montanara, baccalà, venduti al pezzo, asciutti, croccanti, sapori  appena decisi ma appetitosi.

Bella la scoperta degli sfizi,(5-7 euro) ovvero una finestra sulle verdure cucinate in maniera variegata, dalla scarola maritata alle melanzane al funghetto, passando dai carciofi con la mentuccia. Intriganti da prendere per aprire il pasto, non appesantiscono e sono golose.

scarolaLa pizza: (7-16 euro) che dire, è l’impasto la vera rivelazione. Gonfio, ben idratato, cottura perfetta, senza acqua residua, alveoli perfetti nel cordone. Pomodoro dolce, mozzarella di perfetta fusione. Francamente inaspettato trovare questo livello appena aperti, il rodaggio non può che far migliorare ancora le cose

I primi: (9-13 euro)coraggioso proporre la pasta, fagioli e cozze, rara nelle carte fuori dal territorio di origine, praticamente impossibile da trovare a Firenze prima di oggi. Spaghetti al pomodoro del piennolo e quelli alle vongole ottimi, con una cottura che non è esageratamente cruda, ma sicuramente non troppo cotta

pizzaI dolci: (3-6 euro)sinceramente si potrebbe dedicare solo una serata alla pasticceria, una ventata di aria nuova nel settore dolciario fiorentino, tra pastiera , cannoncini , cassatina, caprese al limone e cioccolato

Carta dei vini: appare un po’  confusionaria, più fatta grazie ad accordi commerciali con aziende vinicole che con un criterio preciso, come succede invece per la cucina. Niente di grave, le bottiglie giuste si trovano ma potrebbe essere curata in maniera diversa. Solo un paio di vini sotto i 20 euro.

Servizio: dovrà dimenticare l’asso nella manica, ad oggi difficile dare un giudizio preciso a meno di un mese dall’apertura, ma quando sarà possibile servire da mangiare anche all’interno, con la macchina a pieno regime , i meccanismi dovranno essere rodati. C’è un po’ di affanno sguardi spauriti, qualche passeggiata di troppo, però sempre un sorriso e gentilezze al cliente, il che rappresenta una buona partenza.

 

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