Riparte l’anno scolastico, ed entrando a scuola per il 30° anno di insegnamento, mi chiedo quanti degli allievi penseranno, in futuro, a quanto hanno scritto i cuochi riuniti nel G9, e le polemiche che ne sono seguite a livello internazionale. Non voglio fare la figura del Bartali della scuola, affermando “L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare”, ma indubbiamente con la riforma in atto, mi sembra comunque difficile formare nuove leve desiderose di imparare il mestiere del cuoco. Indubbiamente, trent’anni fa era dura frequentare la scuola: tante ore, tanti pomeriggi, giornate passate senza vedere mai la luce, partendo presto al mattino e tornando tardi la sera. Oggi, grazie al cielo, la vita è più facile, ma poi tutti vengono a fare il cuoco perchè li vedono in tv, non certo per stare in cucina. Ed a questo aggiungo la quantità di richieste che mi arrivano da amici, conoscenti ed appassionati nel voler frequentare corsi di cucina, ma non solo per diletto, ma anche per ricrearsi un’opportunità di lavoro: allora mi domando, e se le scuole fossero aperte anche agli adulti? E se le aprissimo la sera come ristoranti, per far lavorare i disoccupati appassionati di cucina?Che ne dite?

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