Il pensiero corre al Natale che verrà e che, giocoforza, sarà di quelli da ricordare, perché diverso, indubbiamente sconvolto da tutti quelli che lo hanno preceduto.
Mi avvicino sempre con una certa rilassatezza a questi giorni di festa, a causa, ritengo, dei miei ricordi da bambino, quando i giorni che precedevano il Natale erano caratterizzati, al contrario di adesso,da una frenesia ed ansia notevoli:essere figli di un pollaiolo (categoria davvero unica poiché a Firenze esisteva la distinzione tra chi vendeva carne rossa o meglio bovina e quelli che vendevano polli, conigli e cacciagione)  voleva dire vedere i genitori tornare a dormire la sera tardi, non vederli rincasare per pranzo, e quindi lavorare un po’ con loro per guadagnarsi anche la “paghetta” Una volta  in bottega dovevo “fare la gita” :tradotto in italiano, portare la spesa a casa dei clienti.
VolontariOsservare mia madre preparare galantine di pollo, arrosti misti, polli e conigli ripieni ( un’antesignana del “pronto da cuocere”) mi incuriosiva alquanto.Ma il bello è che non era comunque stufa di tutto il cibo ed era attenta anche a quello che era il pranzo natalizio: niente voli pindarici in cucina quel giorno, il menu consisteva nell’iper classico cappone lesso con salsa verde, preceduto da crostini di fegato, brodo con un po’ di pastina. A volte seguiva l’altra metà del cappone in umido, ed infine ricordo mio padre che invocava l’apertura del panforte e dei cavalllucci, visto che nessuno amava i dolci in casa, eccetto lui, ed il pandoro e il panettone erano riservati alle colazioni.
Poveri a tavolaLa tradizione è proseguita senza cambiare: c’è chi si stufa del pranzo con i parenti ma mi chiedo perché uno lo faccia se gli deve pesare e  credo sia giusto avere accanto amici veri, se i parenti devono essere perfetti sconosciuti. Quest’anno niente sarà uguale a prima, e meglio fare un pranzo diverso : non mancano certo le occasioni per fare volontariato il 25 dicembre, le mense dei poveri sono aperte come tutti i giorni, e fare il pranzo in altro modo e con altre persone sarà l’occasione per iniziare una tradizione diversa.

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