Non si può dire che a Firenze le cose non cambino, almeno nel settore ristorativo: scrivevo qui due anni fa di riaperture, nuove gestioni e trasferimenti e da allora ne sono già cambiate di cose. Ultima in ordine di tempo, quella del Filipepe, che ha cambiato nome diventando San Niccolò 39, pur rimanendo della stessa proprietà, ovvero a Roberto Ciaramella, industriale nel Mugello con la passione per la cucina. Dopo l’estate, la conduzione è stata affidata a Paul Feakes, già all’opera a Firenze all’Hotel Savoy, che ha cambiato molto: prima di tutto il menu, dove il pesce rimane protagonista, ma non da solo, poi il personale, quindi gli spazi, resi meno opprimenti come arredamento. Il risultato è riuscito per quanto riguarda l’ambientazione generale: in effetti, viene da sedersi anche solo passando da fuori, la prima sala con il bancone sulla destra ha una piacevole atmosfera, che diventa poi più intima dopo il corridoio che porta alle altre salette, affacciate sul giardino interno. Nella cucina sono stati introdotti i piatti settimanali, ovvero quelli che si trovano solo nel fine settimana, come le ostriche o l’astice con chips o il giovedì dedicato al Marocco. Nella carta non mancano ora piatti di carne non di solo servizio, ovvero con una loro anima tipo il filetto di manzo di Paolo Parisi con salsa bernese e patate al forno. Nel pesce, immancabile il crudo e le tartare, alcuni classici immancabili come gli spaghetti alle vongole.
Nel coperto di 4 euro è compreso un bicchiere di spumante ed un assaggio che varia giornalmente, oltre ad un pane e croccantella fatti in casa davvero golosi. Ostriche (3 euro l’una) buone per iniziare, senza particolari fremiti, mentre i ravioli ripieni di guancia di manzo (22 euro) hanno carattere e piacevolezza, nemmeno troppo carichi di gusto, ben equilibrati. Il baccalà fishburger con ketchup fatto in casa e “chips” (18 euro) è una bella intuizione da ripensare: troppo unto il pesce, gommose ed aride le patate cotte in forno. Si chiude con piccola scelta di dolci: il tiramisù al cioccolato con gelatina al passito di Pantelleria (quale?) a 9 euro può essere sicuramente il Bengodi per i ghiottoni patentati, ma risulta stucchevole all’estremo,
per l’eccesso di dolcezza unito al grasso potente. La carta dei vini nasce finalmente in maniera diversa: 4 sezioni caratterizzate dagli stili dei prodotti presenti però per la consultazione una suddivisione per prezzo ascendente sarebbe utile, considerando che i generi sono mescolati. Un plauso per il personale di sala,sorridente, efficiente e cortese. Aperto solo la sera dal martedì al sabato, un locale da tenere sott’occhio
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