Eh si che da piccolo mi chiedevo “Ma perché si svaluta in partenza definendosi principe? Imperatore dovrebbe professarsi”. Già, chissà..in ogni caso il jingle prendeva, con lo stacchetto finale del “si beve in coppa!” cosa che farebbe inorridire un qualunque studente del primo anno di corso sommelier. Inutile pensare al Piemonte, siamo in Emilia e sarà per questo che le regole preordinate non sono mai piaciute: tipo la bottiglia, che certo non si adatta ad un vino, con la forma strana che impedisce di adagiarla a dovere e conservarla in cantina. Ma quale cantina! Trattasi di vino aromatizzato, tolto dal mercato sul finire degli anni Settanta, quando i coloranti artificiali erano visti come la peste. Rimesso in commercio, per sicurezza, quei coloranti sono stati tolti e lo si trova ancora, non fa parte dei ricordi tanto da trovare un posto in una trasmissione di Fabio Fazio, ma ha certo perso l’appeal di un tempo. Quando lo si trova nei bar scappa quasi la lacrimuccia, si tirano fuori le coppe da moscato, il ghiaccio , la scorza di arancia(non trattata, per carità, altrimenti anche lì…) e si beve ricordando il tempo che fu. Che fu poi semplicemente i primi sgocciolamenti di bicchieri all’aperitivo domenicale di casa..Ora la veste è cambiata, appare più trendy, ma la vecchia scritta rimane quella indelebile, ça va sans dire! Adatto per una cena tra compagni di classe che non si vedono da trent’anni!

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