Il nome può far discutere, è vero: può essere un omaggio alla Divina ma più semplicemente un’espressione fiorentina che indica un gradimento(“mi garba la trippa”..) o la mancanza di educazione(“quella signora non ha garbo..”).Comunque sia, si entra in una sala che prevede tavoli e banco del bar, poi due sale adiacenti, piuttosto spaziose. Domina il colore chiaro, atmosfera tranquilla, un po’asettica: il menu è molto ampio, il pesce è spesso protagonista, anche se non mancano gli asterischi per la presenza di surgelati. Lo spumante è offerto, poi si inizia con un ottimo millefoglie di melanzane con burrata,scarola, pomodorini secchi e colatura di basilico, davvero ben fatto. Bella l’idea dello sformatino di patate e limone, peccato che venga servito su moscardini in umido eccessivamente salati. Gradevoli i taglierini al nero di seppia con bottarga e vongole, ben cotto il cosciotto di agnello arrosto con panatura, servito con patate arrosto, peccato che il sale sfugga di mano anche stavolta. Buona la bavarese allo yogurt alla fine. Carta dei vini con tante cancellature. 45 euro per tre portate, escluso vini.

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