Non che la pioggia fosse per lei un problema eccessivo, certo che passeggiare in città la domenica mattina sotto il temporale non poteva diventare esattamente una gioia. Era ancora a letto quando sentiva la pioggia battere forte sui vetri: buio pesto, la luce del telefono che la guidava a vedere l’ora, e quando si accorse che erano le sei, provò a riappisolarsi per quello che riteneva un attimo. Si risvegliò dopo mezz’ora, un po’ trafelata ma contenta di non sentire più rumori esterni. SI affacciò alla finestra e le nuvole le colpirono l’attenzione: scure e in lontananza, stavano viaggiando a scaricare l’acqua in altri territori, lei si poteva ritenere fortunata. Aveva fissato la visita della mostra sugli artisti contemporanei a Milano, e doveva andarci da sola, nessuno l’avrebbe accompagnata …più facile trovare qualcuno per gli Impressionisti ma certo a lei non dispiaceva visitare un luogo d’arte in solitaria. Aveva bisogno dei suoi tempi e le sue pause, che la mente vagasse in sogni immaginifici, anche se in quel periodo certo non sarebbe stato il caso. La mente tornava a lui, a quello che le amiche chiamavano il “chiodo schiaccia chiodo”, alla storia che doveva essere indolore e lieve, per dimenticare quella importante, e che invece tanto leggera non era stata. Cominciò a prepararsi con una tenuta adatta all’occasione: pantaloni scuri avvitati, scarpe senza tacco allacciate, camicia e cardigan, filo di trucco e filo di perle. Prese l’impermeabile, niente ombrello che non sopportava, e niente colazione. Il rito della domenica mattina era quello di farla al bar e preferì aspettare di arrivare in città: chi poteva trovare aperto alle 7 di una domenica, nel suo paese? Si avviò alla stazione con passi rapidi, si era messa anche gli occhiali, ai quali si stava abituando gradualmente: si vide passando accanto ad una vetrina e non si trovò affatto male. Anche lui le diceva la stessa cosa, e di nuovo quel lieve senso di malessere per una persona che avrebbe voluto vedere più spesso, soprattutto in una giornata come quella che stava vivendo Era appassionato di arte, passavano serate, se non anche qualche notte, a discutere di quadri di statue, di installazioni come di performance..e si infervoravano alquanto, per poi ritrovarsi a letto , con una passione che lei non provava da tempo. Erano brividi notevoli quelli che lui le procurava, era capace di attaccarla al muro del portone come in macchina, e lei si faceva trascinare con entusiasmo. Solo che tutto era passato come un soffio, d’improvviso la frequentazione si era rarefatta e…Si accorse che il treno stava partendo, corse a prenderlo e si mise in un vagone semivuoto, posizionandosi accanto al finestrino. Provò a concentrarsi sulle opere del catalogo e sentì una voce da dietro esclamare” A me lui fa impazzire”. Si voltò e vide un ragazzo più giovane di lei, pieno di piercing, vestito in maniera divertente, che le sorrideva. “Ah sì, e perché? ” “Senti , tanto vai alla mostra, quindi ne parliamo lì di fronte al quadro. Prima però ci fermiamo a fare colazione, scommetto che adori i muffins ai mirtilli. E magari con un po’ di panna acida accanto? “. Una bella sensazione di calore le avvolse il cuore e vide, senza volere, anche il sole per quel giorno.
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