Ricevo il comunicato su questo premio, un’iniziativa che apprezzo tantissimo e che mi piace condividere.
Francesco Arrigoni, giornalista bergamasco di schiena dritta, morto improvvisamente a 52 anni,
ha avuto una vita breve ma ha saputo riempirla di cose buone e giuste. Allievo di Luigi Veronelli, fondatore e direttore del Seminario Veronelli, è passato alle pagine del Gambero rosso e poi, negli ultimi dieci anni, a quelle del Corriere della Sera. Ha scritto di vini e cibi non per hobby ma per profonda passione e competenza: è stato cuoco, ha lavorato le vigne. Come molti di quelli che amano la terra (iniziale maiuscola o minuscola, a piacere) ha coltivato una visione etica. Lo accompagnava la fama di avere un brutto carattere, condivisa con quelli che hanno un carattere che brutto non è,
ma forte, serio, allergico a lusinghe e tentazioni, contrario a mode, sguaiataggini e violazioni assai frequenti nel mondo del mangiare e bere. Non gli piaceva stare in prima fila sotto i riflettori, piuttosto in un angolo, ma illuminato dalla sua competenza e coerenza,oltre che dalla stima degli addetti ai lavori.Il premio in memoria di Francesco Arrigoni è destinato, nell’ambito dell’enogastronomia a una iniziativa contraddistinta da una forte valenza etica. Avrà cadenza annuale e sarà assegnato da una giuria che ha per presidente Antonella Colleoni, moglie di Francesco, e suo figlio Dante tra i giurati. Gli altri giurati sono amici di Francesco e compagni di strada.
Il premio, consiste in 5.000 (cinquemila) euro e un oggetto artistico ogni anno diverso
ma con tre caratteristiche fisse:
un pezzo di roccia, a ricordare la passione di Francesco per la montagna e le arrampicate,
un cuore a ricordare la sua generosità (fino all’espianto degli organi) e la sua passione civile.
E qualcosa che spunta dalla roccia, forse una vite, perché gli uomini possono morire,
le idee no, sono come semi, portati dal vento o dagli uomini di buona volontà.


La consegna del premio avverrà il 4 maggio, giorno del compleanno di Francesco,
nel monastero San Pietro in Lamosa di Provaglio (Bg).

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