Il format è pensato bene: il piatto di cui tutti anelano il ricordo da piccoli è la polpetta, che preparava in casa la nonna o la mamma, ma che nessuno oggi vuole cucinare in casa, complice la lunghezza della lavorazione ed il puzzo di fritto. Dopo l’esordio nella terra di origine, a Palermo, il primo negozio fuori dall’isola è aperto a Firenze, zona Porta a Prato; un luogo dove è possibile togliersi la voglia di sfamarsi, scegliendo tra una varietà incredibile di polpette, in un ambiente tutto sommato piacevole. Si entra trovando sulla destra il bancone ed i tavoli sulla sinistra, distribuiti su tutta la lunghezza della sala, altrimenti ci si accomoda nella saletta accanto. Il cameriere ci sa fare, nel presentare il menu e prendere le ordinazioni riesce a mettere una caponata iniziale, anche inutile, viste le porzioni successive, ma ben eseguita. La scelta si fa decisamente difficile vista l’ampiezza della proposta, tra polpette che possono essere di pasta, di pollo, di pesce, di carne equina , di salsiccia, di patate, fino ad arrivare a quelle di gelato. Ogni piatto si assesta circa sui 9 euro, ed una porzione, costituita da tre pezzi, è ampiamente sufficiente per soddisfare il mangiatore incallito. Peccato che in ogni piatto ci sia insalata avvizzita, glassa di aceto balsamico, fettina di arancia e mezzo pomodorino a comporre una guarnizione francamente
inutile. Le polpette di peperoni e patate, sono inizialmente gradevoli, ma dopo il primo pezzo, già la sensazione di pienezza è notevole, manca la parte aromatica. Stessa sensazione per quelle di patate con speck e fontina, gradevoli ma senza nerbo. Scelta di vini e birre proporzionata all’ambiente, servizio appena lento, ma volenteroso e gentile. 2 euro di coperto che, come recita il menu, viene applicato anche a chi non mangia (giustamente aggiungo, considerato che non saranno pochi ad ordinare un piatto in due!)
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