E’ così classico che è diventato banale, il che è un vero peccato: il piatto che faceva, e in parte fa ancora, sognare i bambini trattato alla stregua di un cibo da fast food. Basta andare in un qualunque mercato di paese e ci sarà il camionicino che lo vende, fatto al momento, ma non sempre le aspettative vengono soddisfatte. Eppure, non dovrebbe essere così difficile da preparare: lasciamo stare, per un attimo, la qualità della carne, oramai il pollo ruspante è un cibo della memoria, quando lo si trova è spesso troppo tenace per i gusti comuni, la carne poco ricca di grasso assume un sapore che addirittura qualcuno non gradisce. Secondo le regole, il pollo va insaporito con sale aromatico, composto da salvia, aglio, sale, pepe, rosmarino, unto con olio extravergine, quindi posto in forno già caldo, con temperatura superiore ai 200°. Se viene utilizzato lo spiedo, ancora meglio: la cottura si prolunga ma il grasso, colando, favorisce la caramellizzazione della pelle, rendendola croccante e molto saporita. C’è chi arriva a metterci un limone dentro, ma spesso l’acidità regala un sapore negativo. E il petto stopposo? C’è chi inserisce tra pelle e petto una noce di burro, chi una fetitna di lardo, chi lo avolge nella rete d maiale…e voi?
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