Ora che il freddo è il protagonista della vita e dei discorsi di tutti,uno degli argomenti più gettonati è rappresentato dal cibo: e fra i piatti più ricorrenti tra quelli citati, la polenta è la vera protagonista. Pietanza povera, legata a zone ben precise, quelle di montagna di molte regioni italiane e del nord est in generale, diventa sempre più difficile trovarla tra le proposte fatte in casa. Sarà che per sua natura è un piatto comunitario, se parliamo con gli amici la immaginiamo versata su un tagliere di legno, porzionata con il filo e poi mangiata con sugo di carne o formaggio. Il problema è che fa fatica farla o, si dice, non c’è mai il tempo. Se vogliamo andare a vedere bene, poi, se anche avanza, c’è il vantaggio di poterla utilizzare fritta o come base per rimetterla in forno. Togliamo subito l’idea peregrina di dover stare ore a girarla: versata la farina nell’acqua, controllato che non ci siano grumi, la polenta cuoce non su fiamma viva per un’ora, senza bisogno di toccarla. Intanto, si abbrustoliscono le salsicce sulla griglia ed il godimento sta nell’ungere la polenta con il grasso che fuoriesce, del tutto “unpolitically correct”, ma che con la scusa dle freddo è possibile fare di questi tempi. E poi..cercate solo di non fare la fine di Fantozzi!!

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