Lo avevo assaggiato insieme a tutti gli altri Pinot Nero dell’Appennino Toscano in occasione della loro prima anteprima, ed era l’annata 2009: la versione 2010 mi ha convinto ancora di più. Siamo in Casentino, provincia di Arezzo, a Romena di Pratovecchio, un posto conosciuto grazie anche ad una pieve dove opera un prete molto fuori dagli schemi classici. Qui Vincenzo Tommasi, presidente dell’associazione che raggruppa tutti i produttori del Pinot Nero dell’Appennino Toscano, ha impiantato due ettari di vigna a Pinot Nero e, dopo aver esordito l’anno scorso ci riprova con una versione migliore, meno spigolosa. Il naso è un bouquet maturo di frutti di bosco uniti a note speziate di cannella e chiodi di garofano, mentre in bocca la densità è appropriata, gradevole, vena acida appena prorompente ma godibile, tannino bilanciato con solo una piccola rugosità. Finale sapido e gustoso, di bella lunghezza.

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