C’è una sorta di voglia di penintenza nel mangiare piatti come il peposo alla fornacina in estate? A ben vedere cosa succede nei paesi che di caldo ne hanno più di noi non si direbbe, visto che mangiare dela carne speziata in umido è cosa di tutti i giorni malgrado le temperature tropicali. Il cous cous è un esempio calzante, ma anche certi piatti messicani hanno la stessa funzione: il caldo quindi è solo una sensazione personale legata alla percezione diversa? Già, visto che da un lato i nutrizionisti ci insegnano a mangiare frutta e verdura, bere tanto, stare scoperti e poi vedi che in Africa, nel deserto, si coprono fino agli occhi per soffrire di meno..la verità assoluta, ovviamente, non esiste, dipende dalle situazioni, ma certo è curiosa la differenza. Tornando al piatto in questione, il peposo rappresenta un classico esempio di come la semplicità, in cucina, non sia sempre gradita. La ricetta è elementare: muscolo di manzo tagliato a cubi, messo in un tegame con aglio a spicchi non sbucciato, sale spezzato, pepe in grani, vino rosso. Lo si fa cuocere, possibilmente in un forno a legna ma, non avendolo in casa, sul fornello, per diverse ore sino a che la carne inizi a sfaldarsi. Servire con fette di pane toscano tostate. Stop! Unica aggiunta che si può ammettere, il mazzolino aromatico di salvia e rosmarino, ma facendo attenzione che non trasferisca sapori amari. “Elementare mio caro Watson” direbbe Sherlock Holmes..invece no, la tendenza è sempre quella di complicare la ricetta, rosolando la carne, aggiungendo quindi olio del tutto inutile, e magari gli odori, aggiungendo il pomodoro, e magari il brodo..trasformandolo insomma in un qualunque spezzatino.Perchè? Sembra quasi che l’abilità del cuoco non sia valorizzata nel primo caso, quando invece è proprio nella semplicità che si capisce la tecnica. Siamo in estate, si boccheggia di caldo ma..provatelo. E’ un’esperienza mistica che vi aprirà gli orizzonti futuri..oltre che le vie respiratorie!Credits peposo.it
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