Gli anni passano ma mi appassiona sempre di più, questa manifestazione nata per volontà dell’amministrazione comunale di San Giovanni Valdarno, allo scopo di valorizzare un piatto tradizionale che ha dell’incredibile: lo stufato alla sangiovannese, malgrado gli ingredienti siano reperibili, lo si trova preparato solo nelle case e nei ristoranti del paese, già nel comune limitrofo di Montevarchi non ve n’è traccia. A dire il vero uno dei componenti deve essere acquistato in loco, il “drogo”, la miscela di spezie che è essenziale per la buona riuscita, e la si trova alla tabaccheria drogheria Pratesi, sul corso principale. Per il resto, si tratta di uno stufato dove conta molto l’alchimia delle componenti, l’abilità dello stufataro, sempre uomo nella tradizione, la consistenza ideale data dal muscolo del manzo con qualche collosità regalata anche dal brodo di zampa.Il periodo nel quale si prepara è quello del Carnevale. Dopo essersi confrontati tra ristoratori, dallo scorso anno la palla è balzata agli amatori, ovvero dilettanti allo
sbaraglio che si pongono al giudizio di una giuria variegata, dove trovano posto amministratori locali, cuochi, giornalisti, food blogger. Quest’anno due donne e 4 uomini erano ai fornelli, ma lo abbiamo scoperto solo dopo. Atmosfera vivace, con tre stufati che se la sono giocata sino alla fine. Intanto, il pubblico presente assaggiava il settimo stufato, quello preparato dal cuoco della mensa di San Giovanni A vincere è stato Mario Barbieri, ex infermiere, oggi dedito alle gioie della cucina. L’appuntamento è per il prossimo anno, dove si sfideranno i finalisti delle ultime due edizioni!
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