Il nome rispecchia fedelmente il locale: in una stanza ci sono esattamente tre le panche dove è possibile accomodarsi; giocoforza diventa facile, una volta seduti, parlare e fare amicizia con chi sta vicino, da lì il nome scelto dal fondatore, che voleva ricreare appunt l’osteria del passato. In effetti, soprattutto a pranzo, non sono pochi gli habitués che prendono posto per gustare piatti presenti da anni nel menu, ma che non riescono ad essere tolti proprio perché richiesti dagli abituali frequentatori. Qui ci mangiò anche Bruce Springsteen, in occasione del suo primo concerto fiorentino e qualche vip siede ancora fra i tavoli, di tanto in tanto, la sera. Da due mesi la gestione è passata nelle mani due giovani cuochi fiorentini, Vieri e Andrea, che hanno lavorato in vari locali della città per poi lanciarsi in questa nuova avventura.Il menu, incredibilmente vasto per 18 coperti, conserva la pagina dedicata al tartufo di San Miniato, presente durante l’anno nelle sue varie declinazioni, i superclassici come il filetto al pepe verde, piatti golosi come i cappellacci con taleggio carciofi e pancetta, le aringhe come piatto d’entrata. La prima novità è la terrina di fegatini di pollo con lardo e mostarda di cipollecome antipasto, la carta dei vini sta gradualmente cambiando, il servizio è familiare, da seguire nei prossimi mesi. Tre portate sui 45 euro, escluso il tartufo.
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