Credo sarebbe il momento di creare un corso per aspiranti sommelier da fare in un negozio di fiori. Ora che nelle degustazioni pubbliche vince  chi la spara più grossa, che fa il riconoscimento più particolare e assurdo, ecco che il mondo dei fiori diventa un campo da esplorare, anzi, per rimanere in tema, da coltivare. Con attenzione e senza esagerare, altrimenti succede come l’amico sommelier che descrive un vino parlando di peonia, senza sapere che la peonia non ha odore o profumo che dir si voglia. E quindi, se sentite un sommelier descrivere un vino parlando di floreale, chiedete che fiore riconosce. Se vi dice pot pourri è il famoso rifugio in calcio d’angolo, un modo per dire che non lo so e mi rompe le scatole che tu me lo chieda. Ma quali sono i fiori riconoscibili in un vino? Personalmente ritengo di poter riconoscere i fiori di acacia, la viola, la rosa, il geranio, la ginestra. Stop. Su altre situazioni so che devo coltivare la memoria olfattiva. Ma quando sento sparare in maniera continua di mille fiori, mi sorge il dubbio. Quindi fatevi amica una fioraia e annusate i fiori;: il vino diventerà diverso lo sento.

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