Qualche clamore mediatico in effetti c’era stato, anche in Italia, con la paura che Davide Scabin iniziasse a pensare di lasciare l’Italia per fare fortuna altrove; lasciato il tempo del rodaggio, una visita, una volta che uno si trova a New York, direi che si impone. Siamo in un seminterrato, si scende la piccola rampa di scale e si acceda alla sala unica: sulla sinistra il bancone del bar, dove è possibile mangiare, con i cuochi che lavorano a vista nella parte della finitura, ma da dove si scorge anche la parte dei fuochi. Atmosfera vivace,molta confusione, occorre urlare per parlarsi ma fa parte del gioco: volendo però, è disponibile una saletta per incontri IMG_9555riservati. La proposta è semplice: un menu unico, dove non esiste una reale suddivisione delle portate, che possono essere servite in tre differenti quantità.  piccola media e grande. Ci sono piatti piemontesi, altri che strizzano l’occhio alla tradizione ma di qualità, come le tagliatelle Felicetti alla Bolognese(niente meat balls, tranquilli), più alcuni elementi diciamo così, creativi. In teoria, per ogni piatto ci dovrebbe essere un abbinamento di vino che potrebbe funzionare al contrario ovvero, ordini il vino e ti arriva il piatto, ma nella realtà questo meccanismo funziona poco. Un po’ di focaccia e del burro aromatizzato con olio alle erbe è lo stuzzichino poi si inizia con il Franciacorta Annamaria Clementi servito troppo caldo. Per iniziare il King of Savory’s Vitello Tonnato è piacevole, servito su insalata fresca, con la salsa tonnata all’interno, da applausi il Bombolone Cacio e pepe, preparato con la pasta stracotta a formare l’impasto e farcito con pecorino e salsa al pepe, caldo al punto gusto, quantità di crema ideale, insomma buono! Ben eseguito il Rack of Lamb alla Romana, con le costolette di agnello rosolate, insieme a peperoni e salsa di uova, aceto e maggiorana. Chiusura con Tribute to Manhattan Cheesecake, dove il burro di arachide unisce alla gelatina di more, non indimenticabile, anche se avevo richiesto il Bonet. La carta dei vini, IMG_9556per un locale che porta tale nome, è davvero deficitaria, etichette banali insieme ad altre stratosferiche, senza che si noti una ricerca, una filosofia, un’attenzione particolare. Servizio da ripensare e rivedere, manca di attenzione e cura die particolari. La cucina è fatta, adesso bisogna fare il ristorante;-) 18 dollari il piatto piccolo, altrimenti 32 o 48

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