Capita che in un giorno di pioggia uno abbia la voglia di mangiare la pizza a pranzo..certo che di lunedì è meglio se gli passa velocemente , tanti i luoghi dove la pizza non viene fatta, a meno che uno non si trovi in pieno centro ed ecco che forse è meglio orientarsi in centro come scelta. Ostinato e tranquillo, trovo il locale che le recensioni giudicano positivamente, entro e aspetto tranquillo il mio turno. Non ho prenotazione, lo dichiaro e vengo fatto accomodare nel classico tavolino dello sfigato: accanto alla porta con lo spiffero che colpisce inesorabile tutte le volte che la stessa si apre, ovviamente  sempre, considerando il dehors pieno di gente. Ma la considero una gentilezza comunque avermi trovato un posto , ritengo che i tavolini vuoti siano per i prenotati, magari anche per qualche habitués. Una volta seduto inizia la sindrome di abbandono, con l’unica cameriera presente che pensa ovviamente a portare i piatti a tavola: una mega lavagna si staglia alta, uno non la nota inizialmente ma nessuno informa che il menu è da scegliere alzando gli occhi e senza perdere troppo tempo. Il raziocinio e la lunga esperienza mi devono portare ad una calma  zen, ovvero osservare in maniera distaccata quanto accade intorno ma il crampettino da fame si insidia nello stomaco e obnubila la mente . Ecco che i clienti che entrano diventano potenziali nemici, il sistemarsi a tavola senza che nessuno dica loro dove mettersi fa pensare che siano clienti più che abituali ma non sempre è così: qui due hanno parlottato tra di loro dicendo che era la prima volta che entravano e si mettono a sedere dove non ci sono spifferi. La resistenza si affievolisce fino a che la cameriera arriva finalmente le ordinazioni ” Che pizze avete? ” Solo il giovedì a pranzo”. AAAGH! La mazzata finale che arriva in un fisico stanco e debilitato (ehm..licenza poetica diciamo). E via alla ricerca di una pizza comunque essa sia in un primo pomeriggio di un giorno da lupi…considerando il tempo, i cani hanno bisogno di altro. Sintetizzando:

1) L’INFORMAZIONE NON E’ MAI ABBASTANZA Chiarite ovunque possiate la vostra tipologia di offerta: se fate la pizza a pranzo un giorno la settimana, dichiaratelo altrimenti se uno legge pizzeria pensa che siate sempre pronti a farla

2) NON SUPERARE I PROPRI LIMITI Meglio perdere un cliente per quel giorno lasciando un biglietto da visita ed invitarlo a tornare piuttosto che lasciare una brutta impressione

3) UN SORRISO NON COSTA NIENTE Se i clienti sono tanti e anche antipatici e ci può stare tranquillamente, si dura meno fatica a sorridere che rimanere ingrugniti, tanto vale provare, ne guadagnerà la reputazione del  locale e la vostra salute..del cameriere e del titolare intendo 🙂

4) CURARE I CLIENTI ALLO STESSO MODO Ovviamente quello che viene tutti i giorni un occhio di riguardo lo dovrà avere, ma non mettere in mezzo alla sala, quel tavolo che sembra messo apposta solo per far star male chi si siede. Tirarlo fuori solo all’occasione opportuna, quando sarà il cliente stesso a richiederlo a gran voce

5) UN BUON SERVIZIO PERDONA OGNI MANCANZA DELLA CUCINA Se l’attesa si prolunga offrire qualcosa, il cliente non si alzerà da l tavolo e si sentirà curato, non farlo diventare un fantasma tutte le volte che gli si passa accanto, il rapporto diretto stempera ogni attrito.

Credits fantozziade.blogspot.com

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