Ora che manca meno di una settimana alla mezza maratona non è più tempo di nascondersi e tocca svelare la preparazione fatta per riuscire a portare a fondo (spero…) quella che rappresenta una sfida ai limiti delle possibilità umane. Ok, lo so, c’è chi fa le gare di corsa da 200 chilometri(pochi) le 100 km, le maratone, ma sono tutte persone che hanno scelto di fare una vita sana, ordinata, dettata da regole ferree alle quali sottostanno in maniera masochistica, godendo di doversi svegliare alle 5 per fare colazione, correre alle 6, entrare al lavoro alle 8 e magari farsi una ripresina la sera. Io no, io continuo a fare il critico gastronomico e la giornata è scandita dai pasti, quasi sempre al ristorante, condita da qualche aperitivo che precede la cena, senza considerare le manifestazioni gastronomiche, che diventano un’orgia di odori e sapori. Anni di esperienza mi hanno portato all’assaggio lieve, all’accenno di bevuta, insomma le classiche tecniche di sopravvivenza che permettono di vivere in un mondo altrimenti pericoloso, ma comunque un regime dietetico che il nutrizionista non ha approvato granché. Provato a spiegare che sei caffè al giorno sono una media normale ma non ci siamo accordati nemmeno su questo: mi ha chiesto anche di aggiungere due piccoli pasti tra mattina e pomeriggio e lì ho pensato che fosse l’oscura manovra di un collega che mi voleva schiantare ancora prima della partenza. In questi mesi ho cercato di darmi una cadenza di tre giorni alla settimana id corsa: qualunque altro tentativo di programma, con allenamenti specifici da fare per ogni giorno, non è nemmeno iniziato. La modalità di allenamento era solo una: correre senza fermarsi il più a lungo possibile e pace se venivo superato da arzilli ottantenni con sguardo soddisfatto, signore in cerca del peso perduto, giovani aitanti a petto nudo anche a fine inverno. Ho sopportato le umiliazioni più grandi, sportivamente parlando, ma ad oggi mi sono guadagnato semplici indolenzimenti muscolari, senza piaghe sparse o ferite ai piedi. Nel contempo, la dieta proteica ha avuto il suo apice nei numerosi pasti pesce carne che hanno terrorizzato il dietista: penso di non adottare la classica dieta iperglucidica dei giorni precedenti la competizione, pena il non poter nemmeno prendere il via. Mi auguro una prece da tutti voi per domenica mattina ore 930, ne avrò sicuramente bisogno;-)
I commenti sono chiusi