Ancora la pancia è piena del pranzo di Natale e quello di Santo Stefano, ma già i ristoranti si preparano e fanno pubblicità al cenone di San Silvestro: si leggono i menu sui giornali, direttamente nei ristoranti, ma ora vige anche la promozione porta a porta; un albergo della mia zona, che recentemente ha cambiato denominazione e proprietà, ha pensato bene di organizzare una distribuzione di volantini con scritto il menu, rigorosamente diviso tra quello di carne e quello di pesce, senza mettere il prezzo. Sarà un’oscura strategia di marketing, ma oggi che le persone richiedono soprattutto chiarezza e trasparenza, non sembra una mossa azzeccata. Il più bello viene però leggendo quanto scritto, come se fosse una stesura non riletta. Partiamo dal menu di pesce che indica tra gli antipasti la “Capesanta gratinata”: ora, la discussione può avvenire tra capasanta o cappasanta, altri termini non sono previsti. Andiamo avanti: polipo è previsto dal dizionario, ma meglio usare polpo, meno traumatico all’udito! Nei primi si indica che i ravioli sono conditi con Julien(si , maiuscolo!) di zucca gialla; vuol dire a bastoncini,ma il termine tecnico è julienne, per non parlare del “soutè” di frutti di mare: la versione corretta è “sauté”. “Cruditè” ha di nuovo l’accento sbagliato per poi terminare con il panettone con “Gran(sic!) Marnier”. Va meglio per il menu di carne, dove ci sono errori ripetuti come Julien, o il “petto d’oca affumicata”(mi sa che l’affumicatura riguardi solo il petto, non tutto l’animale). Volendo ci sarebbe poi da chiedersi come mai in alcune preparazioni si indica genericamente formaggio invece di specificare quale, ma qui ci si addentra in aspetti molto tecnici..sono sicuro che da qui al 31 dicembre, sarà possibile trovare altre “perle” linguistiche, che non mancherò di segnalare! Credits lunabook.it

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