Era il 27 febbraio quando sul sito ufficiale dell’EXPO viene pubblicato il comunicato nel quale si annuncia la collaborazione di McDonald’s con la grande esposizione milanese, in accordo con il MIPAAF, ovvero il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali , con tanto di dichiarazione del ministro Martina al riguardo. Inoltre viene annunciata la partecipazione, non come Official Sponsor, ma quale Official Soft Drink partner della Coca Cola. Seguono, come da copione, serie di articoli che puntano l’indice su questo accordo , a partire da Il Fatto Quotidiano , ma non mancano quelli a favore, come il Giornale che offre lo spazio per un’intervista all’amministratore delegato di Mc Donald’s in Italia Roberto Masi. Quasi ovvio che Slow Food prenda le distanze sulla presenza della multinazionale del cibo , ma lo fa in maniera ordinata, dovuta, senza troppa enfasi : sembra di ritornaretempi della Prima Repubblica, ai famosi partiti di lotta e di governo, quando l’opposizi0ne era fatta per i propri elettori, ma in realtà, nelle segrete stanze si stringevano accordi per andare avanti come sempre. Il fatto è che Slow Food, malgrado i proclami, non può aggredire una multinazionale come quella statunitense, Carlo Petrini non è certo José Bové che andava a distruggere i fast food con il trattore, sa bene che se vuole i riflettori puntati sul proprio messaggio e la possibilità di ottenere finanziamenti, deve sempre avere uno sguardo attento con chi gestisce il potere. E d’altronde, Slow Food avrà durante l’EXPO la propria vetrina dove poter promuovere e far conoscere il proprio pensiero. Poi come fa SF ad essere troppo dura con l’EXPO, quando , durante un dibattito a Taste, Farinetti afferma senza mezzi termini che è stupido essere contro McDonald’s e Coca Cola? Niente di nuovo sotto questo cielo, un evento monstre come EXPO ha bisogno di soldi, le multinazionali lo sanno ed adottano la tattica giapponese dell’attesa, ed il loro ingresso viene offerto su un piatto d’argento, Poi è chiaro, ci sono tutti i distinguo, il fatto che le multinazionali sono stimolate a lavorare meglio, che il cibo offerto è di maggiore qualità, che il nemico si combatte da dentro, ecc. ecc. Tutta la saga , se avete voglia e tempo, ve la potete leggere su Dissapore, il pensiero che mi viene spontaneo è che Mc Donald’s rappresenta l’ideale nemico da combattere per una vasta serie di personaggi che ruotano attorno al settore alimentare, lo citano, ne urlano il nome, ma poi, al primo ruggito fanno una doverosa marcia indietro e da essere ribelli dalla lotta dura e pura rispolverano la buona e vecchia opposizione da “gauche caviar”. La coerenza però è un optional, non sempre deve essere attivata Credits apocalisselaica.net
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