Ci sono abitudini che nascono per i motivi più disparati: per esempio, io non mangio mai fra un pasto ed un altro, sia al mattino che al pomeriggio, per non parlare delle veglie notturne. Il motivo? Già sedermi a tavola tre volte al giorno, delle quali due spesso erano soste al  ristorante, mi sembrano sufficienti:  quello che ci sta in mezzo è meglio che serva a liberare lo stomaco, più che ad appesantirlo. E quali possono essere i momenti cruciali?

merendaOdio il momento dell’aperitivo, se declinato nella versione “apericena”dove ci si rimpinza in maniera assurda di cibo sconosciuto..chiaro che con un cocktail  un salatino o due noccioline le adoro, stanno bene, ma non di più. Ma il momento della merenda celebrato in tenera età? Da piccolo rappresentava un momento gratificante e stupendo,  quella del mattino alla scuola elementare, dove mi apparecchiavo per mangiare un panino di grandi dimensioni, bere il succo di frutta, ed avere ancora fame a pranzo…sarà per questo che ho scelto questa professione? Al pomeriggio, pane vino e zucchero poche volte, spesso pane e Nutella (monotono, lo so), pane e prosciutto..niente di speciale lo ammetto, ma era comunque  una sosta gradita che si faceva grande nelle feste o dalle mamme che amavano preparare i dolci.

spaghetti

Infine lo spuntino di mezzanotte, che poi diventa quello delle due, visti i tempi attuali della cena, quando più che fame si tratta di chimica che parte dopo una serata magari a forte tasso di adrenalina e lì accade il peggio che si possa supporre in quanto ad orrori gastronomici arrivati a mangiare. Comunque la si metta, dunque, meglio mangiare durante i pasti regolari, anche una salama da sugo ferrarese  si riuscirà comunque a digerire

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