Tornare a trovare i suoi in campagna era diventato un vero piacere: lontano il tempo nel quale con i genitori aveva un rapporto pesante, fatto di arrabbiature, incomprensioni, litigate furiose alle quali seguivano riappacificazioni esaltanti. Quel turbinio di emozioni, che in parte l’aveva fiaccata, si era placato nel momento in cui aveva deciso di staccare la spina , andare a vivere in città, crearsi un’autonomia non solo materiale, fatta anche di un suo privato che non doveva essere più mediato dalle persone del paese e quindi anche dalla sua famiglia. Non che poi avesse iniziato a folleggiare, ma certo il tornare qualche volta la mattina all’alba dopo notti divertenti e leggere le era riuscito più spesso, come il dover scappare di casa all’alba, magari per un caffè allegro da consumare al mattino  alla stazione con chi partiva in treno. Da allora le cose erano cambiate, passava più tempo al telefono con la mamma, amava confrontarsi, chiedere consiglio e viceversa, in uno scambio di ruoli che l’aveva trovata anche nel ruolo di consolatrice. Si erano trovate anche a dormire insieme, quando l’aveva convinta a seguirla a teatro, al cinema, ad un concerto, in una ritrovata complicità femminile che l’aveva portata anche a confidarsi: solo in parte, le questioni di cuore era meglio discuterle e affrontarle con le amiche, sarebbe stato come camminare inutilmente in un terreno minato. Con la macchina guardava il paesaggio in una giornata bella di sole, una primavera che manteneva le aspettative: non era partita tardi, aveva un compito da svolgere, la preparazione dei cannelloni, che avrebbero costituito il pranzo del giorno, ma anche quello della sera successiva, quando lui sarebbe venuto a trovarla e non per mangiare il minestrone preparato con la verdura surgelata: già si immaginava la sua espressione di stupore! Entrata in casa, vide suo padre con il grembiule: era sicura che si fosse messo ai fornelli anche lui, a preparare il ragù. mentre sua madre a stava già mescolando gli spinaci con la ricotta . Il suo compito era quello di preparare la pasta, e ci si mise subito di buona lena: amava quel movimento che la coinvolgeva in tutto il corpo, e poi lo stendere successivo con il matterello. Prepararono la besciamella insieme, poi quando la teglia fu infornata, si concessero l’aperitivo: uno spritz casalingo, ora che aveva convinto sua madre a a comprare aperol e prosecco, era il loro momento di risate con il babbo che scuoteva la testa, mentre sorseggiava il suo bicchiere di vino rosso Era bello il sole che entrava dalla finestra, ed era caldo l’abbraccio di sua madre, al quale si abbandonava con piacere.

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