Una volta non era così: una volta la carbonara si mangiava a Roma, quando si andava a vedere il Papa e tutte le bellezze per poi sedersi a tavola e scofanarsi un piatto che non era certo di spaghetti. Mi ricordo a dieci anni al mare, mia madre tentò di farla comprando le preparazioni con tutto pronto(esistevano anche negli anni Settanta) per compiacere al desiderio di un amico romano in vacanza a Follonica. Esperimento malriuscito, attribuendo la colpa all’uovo e non al fatto di aver lasciato la pasta così tanto sul fuoco da farla diventare frittata. Poi arrivarono le pizzerie e da allora la carbonara cambiò veste, entrando nelle abitudini alimentari italiane. Da un lato la facilità, sempre relativa, della preparazione, dall’altra la soddisfazione gustativa data da sapore ed avvolgenza, fatto sta che, oltre che nelle pizzerie è il piatto più gettonato nelle cene tra amici. Ma come nasce la carbonara? E c’entrano qualcosa i carbonari? Beh, la novella che il pepe debba rappresentare il carbone delle mani che cade sulla pasta l’ho raccontata anche io confesso, così come la versione che comprende la cipolla. Che poi, non che ci stia male a prescindere ma insomma, non sembra proprio sia un ingrediente presente fin dall’inizio. Insomma, la carbonara è pasta corta, pecorino romano, guanciale e uovo intero o, incredibile ma vero, la versione delle pizzerie sarebbe quella originale? Quindi panna, parmigiano, bacon affumicato e tuorlo d’uovo sarebbero quello che gli americani in Italia durante la seconda guerra mondiale avrebbero proposto e realizzato? Nessuno finanzierebbe una ricerca scientifica per capire le origini di questo piatto, le storie sono tante ed è divertente sentirle tutte, quindi continuiamo a vivere nel dubbio: di fatto il mondo si divide fra chi ama la prima e la seconda versione ed è impossibile capire chi possa avere la meglio. Ma il fascino da cosa deriva?Perché il successo non accenna a diminuire ed anche durante i mesi estivi la si consuma senza soluzione di continuità? Tra l’altro, non come piatto unico! C’è la consapevolezza di peccare senza che questo ci procuri sofferenze, non è cosa da poco per i ghiottoni erranti! La cosa incredibile è che la si mangia anche quando è nettamente sbagliata, magari per l’utilizzo di panna, per l’effetto frittata, per la spolverata di formaggio inutile, perchè asciutta..insomma la si mangia e basta! E le versione nate a latere, come quella di mare e  quella vegetariana, hanno goduto dell’effetto uovo -panna per garantirsi un successo assicurato. Ma certo non è la stessa cosa, la sensazione del guanciale croccante sotto i denti…

Credits photo laboratorio Cingoli

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