Scendendo da Panzano e andando verso Radda, si incontra proprio sulla strada questo locale, rifatto da pochi anni, che dispone di un giardino interno stranamente silenzioso pur essendo adiacente alla Chiantigiana. A gestire il tutto, due coppie che magari non saranno del mestiere, ma sono entusiaste e attente al lavoro. Il menu è ristretto ma esauriente, tende a privilegiare prodotti di stagione e specialità locali. Una sala al piano terra ed una più piccola, al piano superiore, sono sufficienti per la clientela che arriva un po’ da tutta Toscana. Gli antipasti sono classici, crostini e affettati, anche con qualche innovazione come gli involtini di melanzane; tra i primi, gli spaghetti alla chitarra con ragù di fegatini sono serviti in porzione generosa, cotti al dente e saporiti. Gli gnudi di porri sono insoliti, delicati, anche profumati. Un vero “peposo” tra i secondi, senza pomodoro, accompagnato da fagioli lessati. Ciclopiche le costolette di agnello fritte, anche succose ma poco saporite. Carta dei vini creata cn arguzia. Qualche spuntatura del servizio, lento a sala piena: gioverebbe uno stuzzichino offerto nell’attesa ed anche la materia prima, sarebbe in alcuni casi come l’agnello, da privilegiare quella locale. Si spendono serenamente sui 35 euro
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