“Esistono tanti vini che si assomigliano: sono eccellenti, ottimi. Il sagrantino ha qualcosa di suo e crediamo sempre di più nel definire la sua identità. Non si vuole dettare una moda a livello mondiale, per i vini unici esiste sempre uno spazio” – Marco Caprai
Marco Caprai è un imprenditore come dovrebbero essercene tanti. Per merito suo, il Sagrantino di Montefalco ha ricevuto una spinta fino ad arrivare tra i primi vini in classifica conosciuti al Mondo. Un successo meritato grazie anche al padre Arnaldo Caprai, Cavaliere del Lavoro, il quale ha saputo tramandare il coraggio e la tenacia che un vero imprenditore dovrebbe sempre avere.
Dopo il riconoscimento della DOCG nel 1992 e la conquista dei 3 Bicchieri della guida del Gambero Rosso del Sagrantino 25 Anni Arnaldo Caprai 1996, la denominazione e l’intera zona hanno subìto una vera e propria rivoluzione viticola ed enologica. Sono sorti nuovi impianti, sono state messe a punto moderne forme di allevamento per la vite; dunque, si assiste ad una crescita pressoché continua delle aziende imbottigliatrici, sia di piccole che di medie dimensioni.
Quando si dice Sagrantino, oggi, per antonomasia, si intende il Montefalco Sagrantino DOCG nelle versioni secca e passita ed in particolare la versione secca, divenuta famosa nel mondo per la quale è previsto un Invecchiamento minimo di almeno 33 mesi, a decorrere dal 1° dicembre dell’anno di produzione delle uve, di cui – per la sola tipologia secco – almeno 12 mesi in botti di rovere di qualsiasi dimensione.
Un disciplinare rigido, dove il Sagrantino non è più il vino di tutti i giorni come si poteva pensare mezzo secolo fa, bensì un impegno economico da parte di ogni produttore del Consorzio Tutela Vini Montefalco.
Il Sagrantino è un vitigno a bacca nera che produce uve scure dalla potenza tannica fuori dal comune, tanto che i consumatori, fino a qualche decennio fa, ne conoscevano soltanto la versione passito. Un vitigno autoctono dell’Umbria incastonato nel paesaggio austero e affascinante di Montefalco, cittadina di seimila anime nella provincia di Perugia.
I vini prodotti si basano sulla ricchezza del sagrantino, riscoperta dell’enologia italiana grazie all’intuizione di Marco Caprai, che dal 1987 dedica la sua vita alla produzione di un vino che possa essere ricordato, “perché” – sostiene Marco – “sono i dettagli che fanno la differenze”. Marco nasce in una famiglia di imprenditori decidendo di intraprendere la strada dell’Università, una cosa rara per le aziende agricole di allora.
Grande sostenitore del Sagrantino, all’epoca ritenuto un vino poco vendibile, Marco inizia una selezione clonale del vitigno, proprio in un periodo successivo allo scandalo del metanolo, quando tutto il mondo enologico era da ricostruire.
Ma è nel 1971 che nasce l’azienda Arnaldo Caprai e la prima annata uscita è stata nel 1973 col Montefalco rosso, poi nel 1977 con il Sagrantino ed a seguire il grechetto. L’azienda si è ingrandita con vigneti nei quattro punti cardinali di Montefalco: ad ovest, a nord ovest, a sud est e ad est intorno alla città di Montefalco. Ed è dal 1988 che entra Marco Caprai – figlio di Arnaldo -, il quale condurrà l’azienda verso una costante ricerca di innovazione di processo e di sperimentazione applicata, tesa da un’agricoltura dinamica e moderna, basata su una profonda conoscenza tecnico/agronomica del territorio e sull’utilizzo di tecnologie innovative di gestione. Il miglioramento della sostenibilità ambientale, economica e sociale diviene un impegno costante dell’azienda che aderisce al protocollo di Sostenibilità New Green Revolution.
Oggi l’azienda Arnaldo Caprai produce 1 milione di bottiglie – grazie anche alla comunicazione – portando l’azienda rapidamente ai vertici dell’enologia italiana. Oggi il territorio per la produzione del Sagrantino conta ben 700 ettari.
Viene presentata da Chic Nonna l’anteprima 2019, anno in cui esce il Sagrantino di Montefalco DOCG Arnaldo Caprai, una grande annata che, con i suoi vini di grande spessore, ricorda la 1990; particolarmente fresca fin dall’inizio dell’estate, è stata poi lungamente calda fino all’autunno.
I vini sono stati presentati nello spazio Salotto Portinari – Bar & Bistrot, coronati dai piatti creati dal padrone di casa chef Vito Mollica.
Ed è con una terrina fatta di cinta senese, coniglio, faraona e pollo con puntarelle e acciughe che entra il Valdimaggio Montefalco Sagrantino 2019, abbinamento perfetto per equilibrio con il piatto.
Il Vino si presenta luminoso, di un rosso rubino con sfumature granate, e al naso è sofisticato: note mentolate di erbe officinali, liquirizia, legno, vaniglia e melograno. Avvolgente al palato, la verticale freschezza è sostenuta da tannini gentili. Molto persistente, chiude con una scia sapida.
Seguono i fusilli ricci fatti a mano al ragù di cervo e tartufo nero pregiato, un piatto ricco all’aspetto e avvolgente al palato, al quale è stato abbinato il 25 anni Montefalco Sagrantino 2019.
Il vino si presenta di un colore rouge-noir, con profumo di mora di rovo, marasca, mora e mirtillo. In bocca la speziatura è netta e piccante di pepe nero, e poi petali di viola e di rosa. Il sorso è potente per la trama tannica forte e dinamica, una grande sensazione di complessità gustativa.
Spinning Beauty Montefalco Sagrantino DOCG 2012 chiude il cerchio con la superlativa quaglia farcita al cavolo nero con foie gras scottato e sedano rapa. Spinning Beauty è dedicato alla famiglia, il padre Arnaldo era imprenditore nel settore del ricamo. Da qui la bellezza intesa come un filo invisibile che lega saldamente le storie della famiglia Caprai.
Un vino di rara bellezza che viene prodotto dal 2006 e che vede uscire solo mille bottiglie all’anno. Al naso esplodono profumi terziari di cioccolato e tabacco dolce, note balsamiche e sbuffi di incenso. La trama tannica è potente ma allineata alla freschezza, il sorso è persistente e appagante: una dimostrazione di straordinaria capacità di invecchiamento del Sagrantino di Montefalco.
Gran finale della serata con il godurioso Rocher al cioccolato Noalya con zabaione di Sagrantino Passito Docg 2018, versato generosamente sul piatto direttamente da Vito Mollica. Il dessert viene accompagnato dal medesimo passito.
un vino dolce e caldo, che al naso sprigiona confetture di mora e di arancia ed in bocca rilascia il tannino a bilanciarne la dolcezza.
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