La prima volta che si sente parlare dell’aglione è quando, capitando in Valdichiana, la sua terra di origine, al ristorante vengono proposti i pici all’aglione, sorta di spaghetti fatti a mano composti solo di farina ed acqua. A prima vista , in molti pensano ad una salsa ricca di aglio, senza sapere che l’aglione è un prodotto diverso, anche se similare. Le dimensioni sono maggiori, ma soprattutto è privo di allina e i derivati, quegli elementi cioè che creano problemi digestivi ai più sensibili ed eliminano la cosiddetta fiatella del dopo pasto.
Gli aglioni, come dice il nome stesso, sono molto più grandi dell’aglio, pesano in media 500 g ma arrivano anche ad 800. Per molti anni erano del tutto scomparsi dal mercato, riapparendo solo in maniera sporadica negli anni Settanta del Novecento, per poi iniziare ad essere presenti sul mercato di nuovo a partire dalla fine degli anni Novanta. Una serie di piccoli produttori sono oggi presenti sul territorio, garantendo la reperibilità del prodotto.
Nella salsa all’aglione classica, lo stesso viene rosolato in olio Evo e poi viene aggiunto il pomodoro. Quello che propongo è una crema che può diventare un condimento per carni o verdure grigliate. Gli spicchi di aglione vanno sbollentati in acqua aromatizzata con basilico, gambi di prezzemolo e scorza di limone, tuffati più volte inizialmente, fino a che alla fine risultino morbidi. Una volta teneri, vanno messi un recipiente e frullati con un frullatore ad immersione, con sale fino, pepe, fettine sottili di zenzero, quindi impiegato a fine cottura .
@ph Strada Vino Nobile di Montepulciano e vetrina Toscana e Amatori pici Chianciano
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