Eventi in tutta la città, una Firenze insolitamente animata fino a tarda sera; ecco cosa ha portato il pubblico del Fuori di Taste a girare per strade del centro, attraverso una scaletta ricca di eventi tanto da tenere l’orologio sempre sott’occhio per poter spostarsi da un locale all’altro. Un autentico embarras du choix che mi ha portato a raccontare solo una piccola parte di tutto ciò che è accaduto.
L’apripista del Fuori di Taste ha visto Leonardo Romanelli al piccolo del Teatro Puccini, protagonista che, insieme ad Alessandro Masti, ha dato vita ad uno spettacolo acuto e divertente. “Come diventare sommelier in 50 minuti” ha solcato diversi palcoscenici negli anni, ma le battute sono state rinfrescate incalzando sui giovani ed il loro approccio con la scuola ed i professori, rendendo spiritoso – ed è il caso di dirlo – anche il mondo del vino, soprattutto quello dei degustatori e dei sommelier. Presi di mira i neofiti da aggressivi maestri del vino, Romanelli e Masti hanno trasmesso la joie de vivre facendo trascorrere la serata con una bella energia e grandi risate in platea. Un sold-out meritatissimo.
Anche da Burde il sold out con Pizza Revolution di Stefano Canosci – classe 1985 e già a tre spicchi del Gambero Rosso -, titolare dal 2010 di Chicco a Colle Val d’Elsa. La passione di Stefano ha invaso le sale attraverso parole semplici ed incisive, quelle di un ragazzo innamorato del suo lavoro e che crede tenacemente in ciò che fa. Gli assaggi sono stati sublimi: dalla pizza tradizionale, alla pala e alla pizza scarpetta, accompagnate da vini naturali scelti da Andrea Gori. Il libro di Stefano, Pizza Revolution, oltre che a contenere preziose ricette, svela aspetti importanti del suo lavoro e della sua carriera che, pur essendo in ascesa perenne, non ha intaccato la sua sobria ed umile voglia di sperimentare. Gli insoliti assaggi di pizza scarpetta con gota cotta, fagioli e fonduta di parmigiano, la pala con cipolle piastrate e finocchiona, la scarpetta con tartufo, aglione e pecorino, la pizza alla pala romana con la bresaola di Angus di Agribiologica. Tutte le pizze sono state prodotte in collaborazione con chef Paolo Gori.
Al ristorante il Toscanino presso la Rinascente, la serata dedicata al Gin Floressence ha visto protagonisti – oltre che al gin – i pluripremiati Manuel Maiorano de La Fenice Pizzeria Contemporanea a Pistoia, e Gabriele Dani di Bottega Dani a Cecina, i quali hanno preparato dei nibbles di alto livello e davvero allettanti – tutti a base di speciali panificati impreziositi da tartare e da salmone selvaggio – , abbinati a vari cocktails a base gin floressence creati per la serata: Fragragance Oriental – Floressence, cordiale al bouquet fiorito e Bitter yuzo – ed il Camillo a Tokyo – Floressence, bitter bianco, vermouth dry, essenza di pepe del bengala e sedano. Una serata di sobria eleganza che ha dato spazio ad un gin ispirandosi al profumo di Caterina dei Medici riprendendo la ricetta del 1543: bergamotto, cardamomo, violetta, lavanda, gelsomino, fiori d’arancia, che regalano un dry gin, il Floressence, molto profumato, secco al palato e dal gusto piacevolmente cosmetico.
All’Harrys bar, dove si sono svolti per tutta la settimana una serie di eventi, ancora sold-out per la serata dedicata al cioccolato Fabrika e non presente al Taste. Il cioccolato Fabrika di Asiago è un progetto volto a qualificare il territorio di Asiago attraverso gusti molto particolari. Le praline Monte Ortigara composte da un guscio di cioccolato al latte con all’interno cioccolato al latte e torta Ortigara; la pralina Monte Cengio, deliziosa sfera di cioccolato al latte ripieno di miele millefiori; il Monte Zebio, piacevole contrasto tra l’amaro del cioccolato fondente ed il liquore di ginepro Kranebet dell’Antica Distilleria Rossi di Asiago. Inoltre, per i palati più forti, ecco l’originale Meletta , esterno di cioccolato bianco ed interno di formaggio Asiago Fiori Di Maso, ed il Monte Mosciagh, originale idea di cioccolato caramellato e speck di Asiago, di sorprendente equilibrio nonostante gli ingredienti osé. Non sono mancati gli ottimi cocktail di Harry’s Bar, dei quali il Negroni si è rivelato il miglior abbinamento alle variegate praline.
Obicà Mozzarella Bar in Via Tornabuoni è stata protagonista di un esclusivo party al Pizza Club con DJ Set, una serata che ha visto un pubblico di élite e di tendenza. Protagonista della serata Danny Mariani, produttore di farina sulle colline marchigiane: quarta generazione di mugnai ed agricoltori, nonostante il successo planetario delle Farine Mariani ed il suo ruolo di manager in azienda, si considera innanzitutto un agricoltore con i suoi 180 ettari di terreni a grani di diverse tipologie, tutti rigorosamente biologici. Un giro d’affari importante, le farine Mariani sono conosciute anche oltre Oceano. Una materia prima fondamentale, per la produzione della pizza di Marcello Costanzo, pizza chef di Obicà che ha sfornato oltre alle classiche margherita e acciughe e pachino gialli, anche le originali speck, arance e finocchi e la sua iconica mozzarella, pistacchi e mortadella bologna.
Al Gusto di Xinge la serata ha visto protagonisti l’Opificio Nunquam e Caffè Corsini. Una serie di cocktail della nuova linea dal nome davvero accattivante – Giochi di Spiaggia dell’Opificio Nunquam – ci ha fatto pensare a fresche serate in riva al mare: dai fiori di elicriso alla salicornia, allo zenzero al karkadè, abbiamo attraversato un mondo di sapori davvero esclusivi e tonificanti, soprattutto per un fine corsa come questa lunga settimana. Gli assaggi del Gusto di Xinge – involtini primavera a forma di sigaro e pasta frolla salata ripiena di anatra – si sono affiancati, inoltre, ai vini della Tenuta il Palagio del cantante Sting. A fine pasto il caffè Corsini ha rifocillato coloro che avevano ulteriori scorribande goderecce: una miscela di caffè arabica e robusta biologici con note speziate di cacao e mandorla.
In tutto questo, il vero protagonista, Taste 2023, non è certo passato inosservato; le presenze sono state copiose sia per gli ospiti che per le aziende presenti. Un festival del gusto che ne ha viste di ogni: dai pregiati caviale e salmoni, alle acciughe ed i tonni più pregiati, ai formaggi e salumi di nicchia per non parlare di bevande alcoliche e non, fino ad arrivare a gelati, confetture, cioccolate e dolci di ogni tipo. Una fiera che ha concentrato eccellenze italiane attraverso una selezione ben fatta da Pitti Immagine: lunghe liste di attesa per esporre alla Fortezza che sembra avere degli spazi sempre meno sufficienti alla richiesta, nonostante gli immensi padiglioni.
Gli oltre 500 espositori non si sono risparmiati negli assaggi per il pubblico, il quale, attento e responsabile, non ha fatto le solite brutte figure gettandosi sui ricchi vassoi. Insomma, l’educazione alla tavola sta facendo progressi per scelta della qualità, ma soprattutto per l’educazione civica di fronte ai banchetti che, fortunatamente, non vedono più zotici avventori come succedeva fino a pochi anni fa.
Credita photo Barbara Tedde e AKA STudio Collective
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