Considerando che a Firenze si dice che “Fritta l’è bona anche una ciabatta”, si può capire quanto incida, nel gusto delle persone, questo metodo di cottura, ammaliante nella sua bontà, gustoso, che porta ad un rapporto fisico con il cibo considerando che si deve ( o si può) mangiarlo con le mani. Di tanti alimenti da poter friggere, scelgo il pollo, forse in virtù del lavoro dei miei genitori, che hanno fatto per una vita i “Pollaioli”, nome fiorentino che indicava i venditori di carni avicunicole. Partiamo allora dal fatto se debba essere disossato o meno: secondo me è necessario, per mantenerlo caldo e croccante. Poi la marinatura in olio e limone, da alcuni ritenuta indispensabile, accompagnata magari da alcuni aromi come salvia e rosmarino. Infine, prima della cottura, rigorosamente in olio di oliva, si passa solo in farina e uovo sbattuto o si termina con il pangrattato? Il sale nell’uovo o a fine cottura? E il limone? Dite la vostra!
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