Una volta succedeva l’esatto contrario: volendo distinguersi dal resto della plebe, il nobile ordinava l’omelette, non potendo pensare il proprio palato guastato da una normalissima  frittata. E c’è ancora chi le confonde, ritenendo l’omelette una semplice frittata rigirata. Orrore! In effetti, tecnicamente sono due piatti ben diversi: nella frittata la cottura avviene in due momenti distinti, con entrambe le superfici coinvolte, utilizzando anche il forno in alcuni casi. L’omelette prevede una cottura unica che permette di lasciare l’interno morbido e cremoso: anzi, “bavoso” come si dice in gergo, termine non esattamente allettante: E qui si parla di prodotto al naturale, tre uova e sale, niente parmigiano o altri formaggi. Diciamo che da questa base nasce poi una serie di ricette semplicemente spettacolari, poiché la fantasia che si scatena da parte dei cuochi e delle massaie è indubbiamente creativa. Solo che nelle omelette era d’obbligo utilizzare solo materie prime costose tipo gamberetti, foie gras e compagnia mentre nella frittata si ha la possibilità di riciclare tutti gli avanzi: Provate a pensare a tonno, fagioli e cipolla, all’insalata di riso, alla parmigiana di melanzane, alle alici marinate: tutti esempi di come piatti buoni ma non più attraenti possano acquisire nuova appetibilità. Sarà che in tempi di senza spreco si tende a trovare forme di rispetto del cibo che diventino anche gustose?Sarà che nella frittata si possono mettere anche ingredienti di scarto come le foglie di ravanello, le foglie delle carote, la parte verde delle cipolline e del porro? Sta di fatto che le frittate sono comparse di nuovo nelle carte di alcuni ristoranti, mentre l’omelette sopravvivono negli alberghi per le colazioni al mattino, o in qualche ristorante svizzero di antiche tradizioni. Forse anche in qualche bistrot francese, oso sperare…

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