Non volevo parlare di Eataly sino a che non  lo avevo visitato, ma ieri Loris tira in ballo un vecchio post del sottoscritto e quindi…invita la lepre a correre! Considerando poi che lui stesso e il Corsaro intervengono sullo scritto di allora, mi tocca (si fa per dire:-))intervenire. Dopo molte discussioni, vedo che il dibattito è sempre acceso: anche il buon Franco, per altri motivi, beninteso, legati al vino, parla recentemente di Oscar Farinetti, ed il personaggio rimane un bell’esempio di uomo integro, che si è fatto da solo. Questo per dire che la questione Eataly non ha nessuna controversia di tipo personale e sono sicuramente convinto che il consumatore finale possa ottenere una serie di benefici economici:soprattutto se mangia in loco e non compra salumi preaffettati, mi verrebbe da aggiungere. Il punto è un altro, anzi due:

1) Come si sposa la logica dei grandi spazi e centri commerciali con la salvaguardia dell’ambiente, che vede un’associazione come Slow Food in lotta per un ritorno ad uno stile di vita meno frenetico e meno inquinante?Cito SF in quanto partner principale dell’operazione Eataly

2) Quale sarà il futuro dei Presidi, ora che si iniziano a levare voci dubbiose su alcuni prodotti(esempio il Puzzone di Moena) prodotto sempre in maggior quantità e del quale si necessita un controllo molto più rigoroso della tracciabilità?

Per il resto, è chiaro che preferisco un Eataly ad un Mc Donald, basta affermare chiaramente che si tratta di un’operazione commerciale come le altre, anche se ben eseguita, senza addentrarsi in motivazioni filosofiche che sono poco attinenti.

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