Metterlo in bocca era solo l’operazione finale, quella che dava il massimo del godimento, ma questo avveniva grazie ad una preparazione accurata. Prenderlo in mano era già di per se’ un’esperienza notevole, non proprio morbido, con quelle scanalature che lo rendevano però intrigante. Un contatto dolce era necessario anche per aprirlo, affinché non si rovinasse nella sua interezza, essenziale per portare in fondo quanto iniziato. La lucentezza era una delle caratteristiche essenziali, per questo i giovani, in questo campo, sono sempre i migliori: turgidi e compatti, sono quelli che poi tendono ad ammaliare una volta che la lingua scopre le varie caratteristiche. Ed un buon inizio è sempre propedeutico per continuare alla grande…l’avocado come antipasto!
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