Avete mai avuto la voglia di fare qualcosa che non andava fatto, almeno in campo alimentare ? Credo che il fascino del proibito sia una costante che seduce soprattutto da giovani , come mangiare quei cibi vietati, soprattutto prima che si elevasse l’aspetto etico sul cibo . Una volta di sottobanco, arrivavano i datteri di mare e le cee al tavolo del ristorante, per non parlare degli animali più assurdi: ora tutto questo non capita più ed è un bene.

Moka Da giovane, la mia voglia non era tanto quella di mangiare qualcosa di particolare quanto quella di fare gesti non consueti in cucina. Si narrava spesso di un  mitico caffè denominato alla Che Guevara che prevedeva l’utilizzo della grappa al posto dell’acqua per fare un normale caffè nella moka. Magari più che grappa, inesistente a Cuba, più facile che nella versione originale si  trattasse di rum, però il fascino del distillato messo a bollire rimaneva intatto. La paura era quella di far scoppiare il tutto, con conseguente rimprovero dei genitori. Cosa di meglio, allora, di una gita scout per fare l’ardimentosa prova? Ricordo i brividi al mattino, quando ci trovammo in tre in una cucina di una casa colonica, ben prima che suonasse la sveglia, a riempire la macchinetta con la grappa rubata al capo. Il momento più duro? L’arrivo del profumo del caffè:temevamo il disastro mentre il risultato lo ricordo ancora ottimo!!

mokaMagari al mattino non è il momento migliore, ma dopo un pranzo copioso favorisce la pennichella senza problemi.

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